Si fa un gran ragionare sulla riforma delle pensioni e sulle richieste dei sindacati. Parti sociali che chiedono a gran voce una uscita flessibile dai 62 anni di età con 20 anni di contributi. Misura che difficilmente potrà essere varata, soprattutto per via di un costo troppo elevato se fatta con apertura a tutta la popolazione lavorativa.
E se dicessimo che esiste una misura che consente di anticipare la pensione ancora di più rispetto alla proposta dei sindacati? Nessuna fake news, perché il nostro ordinamento è dotato di una misura strutturale, che permette proprio questo. E proprio perché strutturale, anche nel 2022 ci sarà chi potrà sfruttarla.
La pensione ordinaria di vecchiaia si centra una volta raggiunti i 67 anni di età ed una volta raggiunti i 20 anni di contributi. Esiste però la versione di pensione di vecchiaia indirizzata verso gli invalidi.
Ed è una misura che consente un netto anticipo rispetto alla pensione ordinaria. Come dicevamo, pensioni talmente anticipate sono una rarità. Ecco perché la misura va approfondita. Una misura che consente di accedere alle pensioni anche 11 anni prima (o 10 se consideriamo le finestre di attesa).
Basti pensare che per le donne questa misura consente un anticipo maggiore perfino rispetto alla pensione con Opzione Donna (58 anni di età per le dipendenti e 59 per le autonome).
Infatti possono accedere alla quiescenza le donne già a partire dai 56 anni e gli uomini a 61 anni. Ed in entrambi i casi l’età contributiva minima prevista resta la medesima della pensione di vecchiaia ordinaria. Infatti bastano i canonici è 20 anni di contribuzione.
Va ricordato però che occorre fare i conti con una finestra mobile di 12 mesi che di fatto sposta la decorrenza del primo rateo di pensione e riduce un anticipo che però resta sostanziale.
La sostenibilità di una misura pensionistica talmente vantaggiosa sui termini di uscita è data dal fatto che non è una misura aperta alla generalità dei lavoratori. Serve un requisito aggiuntivo al doppio vincolo anagrafico-contributivo. Occorre essere invalidi di un certo tipo per rientrare in pensioni particolari come lo è questa pensione di vecchiaia anticipata.
Per soggetti a cui è stata riconosciuta una percentuale d’invalidità pensionabile pari o superiore all’80%, questi i beneficiari della misura. In pratica,per questi le porte della pensione di vecchiaia anticipata si aprono proprio al raggiungimento dei 20 anni di contributi previdenziali versati, con un vantaggio enorme come età. Nello specifico, a 62 anni di età per gli uomini e 57 per le donne, al netto della finestra di 12 mesi come prima detto.
Va sottolineato che non tutti gli invalidi possono accedervi, perché non basta la certificazione dello stato di invalidità rilasciata dalla Commissione Medica per le Invalidità Civili che fa capo alle Aziende Sanitarie Locali.
Occorre che siano le commissioni mediche dell’Inps a certificare questa invalidità pari o superiore all’80%, con tanto di riduzione della capacità lavorativa degli interessati, in base al lavoro svolto, alle mansioni assegnate e alle attitudini del lavoratore.
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