Pensioni: quando si rischia la sospensione dell’assegno

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Se qualcuno crede che la pensione una volta assegnata al suo legittimo titolare, non può essere sospesa, è fuori strada. Certo, parliamo di un evento raro sulle pensioni, ma è pur sempre un evento che la casistica non esclude affatto.

Molte pensioni sono composte da determinate voci che non sempre riguardano i contributi versati da parte del pensionato. Ci sono le maggiorazioni sociali, l’integrazione al trattamento minimo, gli assegni familiari, la quattordicesima. Tutte voci che compongono la pensione e che possono essere verificate tramite il modello Obis/M, che altro non è che la busta paga del pensionato.

In presenza di queste voci aggiuntive della pensione, che sono tutte voci attive, il pensionato può essere tenuto a presentare il modello Red. E quello del 2022 scade il 22 febbraio. Ed è proprio questo l’adempimento obbligatorio che se disatteso può portare alla spiacevole esperienza di vedersi sospesa la propria pensione.

La sospensione non significa perdere per sempre il diritto alla propria pensione, perché si può intervenire. Ma se si seguono le regole, il fastidio di dover intervenire per sbloccarla, può venire meno.

Sospensione della pensione, quando?

Se non si adempie alla presentazione del modello Red, che come detto scade per l’anno in corso, il 22 febbraio prossimo,  l’Inps sospende il pagamento delle pensioni per 2 mesi. Il modello Red da presentare annualmente all’Inps per il 2022 fa riferimento ai redditi del 2021.

Sono tenuti all’adempimento, tutti coloro che hanno pensioni su cui godono di emolumenti aggiuntivi come possono essere le maggiorazioni sociali o le integrazioni al trattamento minimo. Parliamo di pensioni basse quindi, che private di queste voci aggiuntive sarebbero al di sotto della soglia delle povertà. Obbligati anche coloro che hanno prestazioni collegate a problemi di invalidità e disabilità. Prestazioni che verrebbero meno se nel corso di un anno di fruizione, il pensionato in questione venisse ricoverato presso strutture pubbliche.

Sono esclusi dall’obbligo i pensionati che presentano la dichiarazione dei redditi, dal momento che con l’incrocio delle banche dati, l’Inps accedendo a quella dell’Agenzia delle Entrate può verificare se il pensionato ha diritto o meno alla corresponsione delle voci aggiuntive prima citate.

Cosa fare se sospendono la pensione

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Il godere di alcune prestazioni non può in nessun caso prescindere dall’adempimento.  Per alcuni titolari di pensione occhio quindi al termine ultimo di presentazione del Modello Red che si riferisce ai redditi 2021 del pensionato. Chiunque percepisce le pensioni  sociali o l’assegno sociale, i trattamenti di famiglia, le maggiorazioni, le integrazioni al minimo e così via, può rischiare prima di tutto il venire meno di queste prestazioni complementari e poi la sospensione vera e propria della pensione.

Una volta sospesa la pensione, l’Inps lo comunica al diretto interessato dando 120 giorni di tempo per intervenire. In questo caso, avvalendosi di strutture come Patronati o Caf o facendo da soli con Spid, Cns o Cie, occorre presentare domanda di ricostituzione della pensione.  Decorsi i 120 giorni senza intervento da parte del pensionato interessato, la pensione può essere del tutto revocata.

La ricostituzione della pensione, di cosa si tratta?

La ricostituzione della pensione è una particolare domanda che può essere prodotta all’Inps per i più svariati motivi tra cui il nostro caso della pensione sospesa. La domanda di ricostituzione torna utile per chiedere all’Istituto Previdenziale la rideterminazione dell’importo di pensione.

Può capitare per esempio, di trovarsi con dei contributi versati ma non utilizzati per la liquidazione di una pensione già in essere. Magari perché versati dopo la data di pensionamento, o perché riscattati dopo. Ma può essere utilizzata nel momento in cui da un anno all’altro cambiano alcune condizioni reddituali, patrimoniali o di composizione della famiglia da parte del pensionato.

Cosa accade dopo la ricostituzione della pensione

A seguito di ricostituzione della pensione, la stessa può subire variazioni di importo, tanto in aumento che in diminuzione.

Va ricordato che queste variazioni non partono in genere, dal giorno in cui la domanda di ricostituzione viene presentata. Come spiega l’Inps nella sua scheda informativa sulla ricostituzione della pensione, sul suo portale ufficiale, le variazioni dell’importo a seguito di ricostituzione operano dalla decorrenza originaria della pensione. Gli eventuali arretrati spettanti infatti vengono erogati in base alle normative vigenti in materia.

Tornando al caso della pensione sospesa per mancata presentazione del modello Red, con la ricostituzione il pensionato può vedersi sbloccare la prestazione, e se le condizioni sono in linea coi dettami normativi dell’Istituto Previdenziale, per i mesi di sospensione si può avere diritto agli arretrati.

Informazioni su B. A. 335 Articoli
Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.