Dal primo gennaio 2022 ci sono nuove regole per la quarantena Covid dei lavoratori, se fino al 31 dicembre 2021 la stessa consentiva di avere la retribuzione prevista per la malattia, ora non è più così. Scopriamo quando la quarantena Covid lavoratori è pagata e quando invece no.
Dal primo gennaio 2022 sono cambiate le regole per la quarantena precauzionale dei lavoratori: coloro che hanno avuto un contatto stretto con un positivo non possono più percepire l’indennità di malattia. Cosa devono fare quindi per non perdere la retribuzione?
La prima cosa da sottolineare è che sono cambiate le regole per la quarantena, infatti dal primo gennaio se:
Regole diverse sono previste per chi ha avuto contatti stretti con un positivo, in questi casi le differenze sono dovute anche all’essersi sottoposti a vaccino. In questo caso:
Fatta questa premessa occorre vedere come comportarsi con il lavoro. Nel caso in cui si sia costretti alla quarantena precauzionale, se il datore di lavoro può “trasformare” il rapporto in smart working, si può procedere in tal modo. In caso contrario non si potrà avere la malattia. Questo vuol dire che, per evitare di perdere la retribuzione, si possono sfruttare le ferie o in caso contrario il datore di lavoro può concedere permessi retribuiti aggiuntivi.
Diverso è il caso del genitore che è costretto a restare in casa perché il figlio, minore di 14 anni, è in DAD (didattica a Distanza) in questo caso è possibile usufruire fino al 31 marzo 2022 del congedo speciale per Covid-19 retribuito al 50%. Se lo studente ha più di 14 anni per i genitori non è possibile usufruire di tale congedo speciali e si viene trattati alla stregua di tutti gli altri lavoratori.
Restano senza particolari tutele anche i lavoratori fragili che, se tenuti alla quarantena precauzionale, non hanno diritto alla malattia ma devono sfruttare le proprie ferie.
Naturalmente nel caso in cui la quarantena non sia precauzionale, cioè si tratti di una quarantena per aver contratto il Covid 19, il periodo ha il trattamento economico dell’astensione dal lavoro per malattia. In questo caso è necessario che il medico curante invii il relativo certificato all’INPS come una comune malattia.
La scelta di non considerare più la quarantena precauzionale, cioè quella dovuta a contratto stretto con un positivo periodo di malattia, può sembrare un’ingiustizia. In realtà tutela tutti coloro che per vari motivi hanno dovuto usufruire per più volte di periodi di malattia per quarantena precauzionale nel 2020 e nel 2021. Numerosi contratti di lavoro prevedono che non si possa superare il periodo di comporto di 180 giorni e quindi rischierebbero il licenziamento.
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