Assegno unico figli: 5 risposte ad altrettanti dubbi sulla misura

Assegno unico figli 2022: molte famiglie di lavoratori dipendenti perderanno soldi in busta paga

Una evidente anomalia rischia di creare più di qualche problema per l’assegno unico sui figli. La grande misura universale introdotta dal governo partirà il primo marzo. E andrà a sostituire tutte le altre misure di welfare sui figli, dall’assegno familiare al bonus bebè, dalle detrazioni per carichi di famiglia al premio di natalità. La portata della misura è talmente vasta che non fa distinzioni tra famiglie con prole di un lavoratore dipendente o autonomo, di un assunto o di un disoccupato.

Per questo interessa tutti. Ma l’avvio non è stato dei migliori. Infatti il via  alle domande è scattato prima delle istruzioni dell’Inps con la canonica circolare esplicativa. E perfino prima di richiedere l’Isee per molte famiglie.

Ciò significa che i chiarimenti si rendono necessari a fugare i i tanti dubbi che molti potenziali richiedenti stanno manifestando sia domandando all’Inps che chiedendo a Caf e Patronati. Ecco alcuni dei quesiti più diffusi con le relative domande.

Senza Isee l’assegno può essere preso po’ stesso?

Si, l’assegno unico universale per i figli può essere percepito a prescindere dal possesso di un Isee in corso di validità. La misura però resta collegata all’Isee che determinazione dell’importo. Senza Isee si prende la quota minima di 50 euro al mese per figlio.

Isee in ritardo, cosa succede?

Senza Isee si prendono 50 euro al mese per ogni figlio. Se il primo marzo non c’è un Isee in corso di validità quella è la cifra che si percepirà come assegno universale. Al contrario, se questo adempimento è effettuato entro il 30 giugno,  l’Inps aggancerà automaticamente l’Isee alla domanda. Se tutto viene fatto entro il 28 febbraio, l’assegno unico viene calcolato in relazione all’Isee.

Se invece la DSU (dichiarazione sostitutiva unica) per l’Isee è presentata dopo la fine di febbraio ed a misura giù partita (dopo il primo marzo), si riceverà la quota minima per i mesi senza un Isee in corso di validità, mentre l’eventuale conguaglio degli importi dovuti a decorrere dalla mensilità di marzo avverrà nel mese di luglio.

Per Isee elaborati dopo il mese di giugno 2022, si perdono gli arretrati, ovvero i conguagli tra l’importo minimo ottenuto e quello che invece doveva essere.  L’importo perfetto spettante verrà erogato solo dal primo mese utile successivo al completamento dell’adempimento con l’Isee.

Assegno unico, ripartizione tra genitori

assegno unico universale

In sede di compilazione della domanda, il genitore richiedente deve andare ad indicare le modalità di incasso dell’assegno universale. Non parliamo solo di Iban, ma anche di eventuale ripartizione dell’assegno tra i coniugi.

Infatti va indicato se l’altro coniuge ha dato l’autorizzazione all’erogazione al 100% dell’assegno, al coniuge dichiarante. Si può anche scegliere di dividere in due l’assegno, così da incassarlo metà per uno tra i due coniugi.

Si può ripartire l’assegno anche dopo aver completato la domanda?

La normativa in materia di assegno universale è abbastanza chiara. Infatti l’assegno spetta ad entrambi i coniugi anche se il richiedente deve essere solo uno. Nella domanda oltre ad indicare ogni figlio per cui viene richiesto il benefit, occorre indicare sempre il codice fiscale dell’altro coniuge.

La richiesta di divisione in due dell’assegno universale sui figli può essere una opzione anche dopo la presentazione della domanda e perfino dopo aver incassato al 100% alcuni mesi di assegno da parte di uno solo dei due coniugi. E può farlo anche l’altro genitore accedendo con le sue credenziali di accesso manifestando la volontà di attrarre a se la metà dell’assegno che gli spetta di diritto.

Assegno unico dal settimo mese di gravidanza, è vero?

Il nuovo strumento di welfare per le famiglie è nato in sostituzione di tanti altri benefit che in questi anni le famiglie con prole erano abituate a percepire. Tra questi benefit anche l’assegno di natalità, chiamato anche premio alla nascita o bonus mamma domani, è stato sostituito da questo nuovo beneficio universale.

Il Premio alla nascita poteva essere richiesto dopo aver completato il settimo mese di gestazione da parte delle madri in dolce attesa. Ed anche questo assegno universale partirà dal settimo mese di gravidanza. Ma al momento la possibilità di presentare domanda sopraggiunge dopo la nascita. Infatti va inserito il codice fiscale di ciascun figlio e naturalmente un figlio ancora non venuto al mondo non può avere il codice fiscale.

Resta confermato però che dopo la nascita e dopo la presentazione della domanda, verranno erogati al richiedente anche gli arretrati a far data proprio dalla fine del settimo mese di gravidanza.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.