Aumento prezzo dei carburanti: famiglie e autotrasporti in ginocchio, tra doppia tassa e materie prime

Non accenna a fermarsi l’aumento esponenziale del prezzo dei carburanti che inciderà pesantemente sulla vita di tutti gli italiani, anche di chi l’auto la usa poco. I trasporti su terra in Italia sono la via principale per spostare merci. Se un autotrasportatore ha più costi, inevitabile che ci sia una ricaduta su tutti, anche sui consumatori finali delle merci che per via dell’aumento del costo del carburante, aumenteranno di prezzo.

I rincari dei prezzi dei carburanti derivano sostanzialmente da due fattori. C’è l’aumento della materia prima, questo è evidente. Ma in Italia i contribuenti sono assoggettati ad una doppia tassazione che in seguito andremo ad approfondire. Fatto sta che anche la Cgia di Mestre, ha prodotto,come si legge sull’Agenzia di stampa Agi, un quadro che dimostra quanto si trovano a spendere in più gli addetti ai servizi di autotrasporto.

Un quadro evidente di una situazione che non smette di peggiorare e che minerà l’economia italiana. Un peggioramento di cui nessuno parla, nemmeno la politica da mesi impegnata esclusivamente sulla pandemia e sulle beghe interne dei partiti alle prese con la nuova elezione di Sergio Mattarella al Quirinale.

I calcoli della Cgia di Mestre, il salasso per gli autotrasportatori

Il trasporto su strada è messo alle strette dall’aumento del costo di benzina, gasolio e metano. Un aumento esponenziale che soprattutto per i mezzi pesanti, i classici Tir, produrrà una maxi spesa rispetto agli anni precedenti di circa 8.600 euro all’anno, secondo i calcoli della Cgia di Mestre.

Se le famiglie guardano soprattutto a luce e gas per le utenze domestiche, anche loro in aumento, non meno importante è l’aumento del costo dei carburanti.

In un anno il gasolio è passato da 1,35 euro al litro, a circa 1,65 euro a litro. Parliamo di media dal momento che non è raro trovare prezzi addirittura maggiori da distributore a distributore, soprattutto lungo le autostrade. Tra 150 e 200 euro è il costo di un pieno di un grosso Tir da 11 tonnellate. Ma vicino a 100 euro è pure il pieno di una auto di media cilindrata e con serbatoio di media grandezza.

Sui Tir la Cgia di Mestre ha fatto dei conti in base alla media dei consumi degli autotrasportatori. Calcolando in 3,5 litri a Km il consumo di un Tir da 11 tonnellate. Se pensiamo che la media di percorrenza di un Tir ogni anno è pari a 10.000 Km, il calcolo è abbastanza facile per capire quanto costa mettere in strada quotidianamente un autotreno.

Un aumento che sono sempre i consumatori finali a pagare

Chi non usa la macchina o la usa poco non subisce le conseguenze dei rincari. Questo è un luogo comune, un modo di pensare che è evidentemente sbagliato. Anche i beni primari che ogni giorno le famiglie acquistano nei supermercati, viene trasportato su gomma.

E aumento dei prezzi del carburante significa aumento dei prezzi di questi beni. Se servono più soldi ad un autotrasportatore per consegnare le merci, le vie sono due.  O ci rimette chi le merci le vende a livello apicale, o si riversano i rincari sui consumatori e sulle famiglie.

Non ci vuole molto a capire quale delle due vie è quella che in genere viene intrapresa. Un salasso per le famiglie, che tra l’altro per via di una ripresa economica che i nostri politici dicono di vedere (ma le famiglie crediamo che la pensino in maniera differente), non sono aiutate da misure che prima erano previste per via dell’emergenza sanitaria ed economica.

La doppia tassazione sui carburanti, l’Italia unico Paese ad adottarla

Anche la tassazione fa la sua parte in questi rincari esponenziali che i carburanti hanno in questi ultimi tempi. Non si può ridurre il tutto al semplice aumento del prezzo del barile.

Non fosse altro che l’aumento del greggio non può essere considerato l’unica causa dell’aumento del prezzo del  rifornimento. In Italia il carburante è assoggettato ad una doppia tassazione. Infatti sui rifornimenti di benzina, gasolio e metano, lo Stato italiano prevede Iva ed Accise.

L’Iva è al 22%, e questo produce notevoli introiti come erario. Ma è la doppia tassazione a finire sul banco degli imputati. Sempre in base ai calcoli della Cgia di Mestre e a ciò che si legge nell’articolo dell’Agi, le accise sul prezzo dei carburanti hanno una incidenza notevole. Per benzina e gasolio siamo rispettivamente al 41% ed al 37,5%, mentre si scende al 18% per il Gpl.

Addirittura più specifica la Cgia di Mestre entra nel calcolare quanto hanno speso di più i trasportatori che percorrono alcuni tratti autostradali tra i più trafficati, dalla Milano-Roma alla Venezia-Torino. Un incremento di spesa tra i 70 ed i 150 euro, in base naturalmente alla lunghezza del tratto.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.