Caro bollette, disposta la mappa delle zone di estrazione

Il Caro bollette è arrivato forte e chiaro. Occorre una nuova mappa delle zone di estrazione, ecco quelle più probabili per il nostro Paese.

Caro bollette, arrivano le bollette salate

Era stato già annunciato, ed ora arriva più pesante che mai il caro bollette. Il costo del Gas, gli aumenti luce, ma anche generi di base come grano e farine sono arrivati a prezzi da non credere. Ma in Italia, si sa il problema della dipendenza della nostra nazione delle importazioni di energia e gas è risaputa.

Ma  l’Italia ha cercato riaprire i vecchi libri delle proposte di produrre energia dal nucleare oppure cercare nuovi posti e riattivare le trivelle anche sui nostri mari. Lo scopo è quello di cercare di essere meno dipendenti dai Paesi soprattutto dell’Est Europa che potrebbe chiude i rubinetti creando seri danni alla nostra economia.

Pitesai, la mappa per risolvere la crisi energetica italiana

Ritornano le trivelle in Italia, dopo due anni di moratoria. Il Ministero della transizione ecologica ha reso nota una mappa che contiene tutti i punti del territorio nazionale in cui si potrebbero avviare operazioni di ricerca ed estrazione degli idrocarburi.

Secondo i criteri del Pitesai, il 42,5% del territorio nazionale è considerato area idonea per le trivelle. La zona copre 15 regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana e Veneto. Inoltre, se il piano venisse essere adottato si potrebbero sbloccare circa 50 permessi per avviare nuovi processi di ricerca nelle seguneti regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Molise e Puglia.

L’idea su cui sembra puntare l’Italia

L’idea di base sembra di aumentare i volumi di estrazione sui pozzi già attivi. Così si potrebbe passare dai 3 ai  6 miliardi di metri cubi all’anno. Mentre tra le aree intoccabili ci sono la Valle d’Aosta, il Trentino alto Adige, la Liguria, l’Umbria e parte della Toscana e Sardegna, come terra. Per il mare invece si ipotizza il 5% dell’intera superficie marina di proprietà dello Stato italiano.

Dopo il potenziamento dei giacimenti già presenti potrebbe essere ora di aprirsi verso nuovi progetti. Tra quelli più conosciuti c’è quello di Argo e Cassiopera di Eni ed Energean che può portare olter 1,6 miliari di metri cubi all’anno. Infine un’altra zona promettente è quella dell’Alto Adriatico che bagna le coste veneto, ma ancora sottoposta a divieto di esplorazione. Beh una cosa è certa, è arrivato il tempo di dotare l’Italia di maggiore efficienza energetica, e farlo anche in fretta è diventato una parola d’ordine.

 

Francesca Cavaleri

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