Dichiarazione redditi 2021: ultima chiamata per il ravvedimento

imposta di registro

Sembrerà strano parlare di dichiarazione dei redditi 2021 dal momento in cui siamo entrati ufficialmente nella nuova stagione reddituale 2022. Fatto sta che occorre dare notizia dell’ormai imminente scadenza di quello che resta l’ultimo veicolo di sanatoria ammissibile per chi ha da sistemare l’adempimento del 2021, relativo all’anno di imposta 2020. Parliamo del ravvedimento, che va in scadenza il 28 febbraio 2022.

Lo strumento che consente di mettere in regola la dichiarazione pagando sanzioni inferirori a quelle che invece potrebbero essere a carico del contribuente inadempiente se non promuove nessuna tipologia di azione. Vediamo adesso di cosa si tratta e cosa possono fare i contribuenti con questo importante strumento.

Dichiarazione dei redditi 2021, come aggiustarla entro il prossimo 28 febbraio

Sistemare la dichiarazione dei redditi 2021 relativa all’anno di imposta 2020 è possibile con lo strumento del ravvedimento. E tale strumento utile a molti contribuenti scade il 28 febbraio prossimo. Va ricordato che parliamo di uno strumento utile a molti contribuenti che hanno saltato l’originaria scadenza del 30 novembre 2021.

Quella data infatti ha segnato la scadenza del termine ordinario di presentazione. La deroga  però permette di mettersi in regola ancora, completando l’adempimento obbligatorio con la dichiarazione dei redditi dell’anno di imposta 2020 entro al fine di febbraio. Sono i canonici 90 giorni concessi per la regolarizzazione.

Cosa accade utilizzando il ravvedimento entro il 28 febbraio 2022

A ravvedimento utilizzato e completato la dichiarazione dei redditi passerà da omessa a tardiva. E cambia molto dal punto di vista sanzionatorio visto che per dichiarazioni tardive c’è da pagare solo un surplus di 25 euro.  Va ricordato che nel caso di dichiarazione omessa invece, la multa è almeno di 250 euro. Più nel dettaglio, omettere di presentare la dichiarazione dei redditi comporta una sanzione che va dal 120% al 240% dell’imposta dovuta.

Naturalmente con la presentazione della dichiarazione occorre fare i conti con eventuale imposta da versare su cui gravano gli interessi. Parliamo dell’Irpef e delle addizionali regionali e comunali all’Irpef.

Va ricordato che utilizzando lo strumento del ravvedimento occorrerà provvedere a pagare le risultanze della dichiarazione con il modello F24.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.