Ormai, il rischio di truffe e raggiri nel mondo digitale è sempre più alto e frequente. Ma quali sono i rischi che si possono correre sul proprio IBAN? Scopriamo in questa rapida guida, come evitare truffe e raggiri in merito al codice IBAN?
Ovviamente, occorre partire dalle basi della questione, ovvero stabilendo cosa si definisce con codice IBAN.
Il Codice IBAN altri non è che un codice alfanumerico composto da caratteri non casuali. La combinazione di lettere e numeri, infatti, segue precise regole che ne stabiliscono e regolano la disposizione. Nello specifico, l’European Commitee for Banking Standards ha stabilito la necessità di suddividere il codice in sezioni ognuna con determinate informazioni da fornire.
Difatti, le prime due lettere che lo compongono stanno ad indicare il territorio nazionale di appartenenza (IT nel caso dell’Italia). Successivamente, troviamo i numeri che forniscono informazioni sul CIN, ovvero il cosiddetto controllo internazionale, e dunque le lettere che identificano il controllo nazionale. I cinque numeri seguenti, invece, fanno riferimento all’ABI e danno informazioni sulla banca di appartenenza. I successivi numeri di riferimento al CAB, invece, rimandano alla succursale dell’istituto di credito. Infine, l’ultima sezione di caratteri va ad indicare il numero del conto corrente del cliente.
Dunque, una volta stabilito cosa è e come è composto un codice IBAN, fornito ad ogni cliente di un conto corrente, occorre venire al nocciolo della questione: ovvero quali sono i rischi che si corrono nel fornire il proprio IBAN.
Riuscire a comprendere e quindi sapere quando è consigliabile evitare di fornire l’IBAN necessita di approfondire le funzionalità connesse al codice. L’IBAN permette di inviare bonifici e di riceverli e consente l’accredito della pensione o dello stipendio. Quindi, per effettuare un trasferimento di denaro occorre conoscere l’IBAN del ricevente così come occorre fornire il proprio per ricevere una somma che può arrivare, per esempio, dai parenti o dal proprio datore di lavoro.
Una volta appurato questo fondamentale stato delle cose, diventa evidente come con il codice IBAN si possano compiere operazioni che non dovrebbero consentire ai truffatori di prelevare denaro dal nostro conto corrente. E’ necessario sapere che gli stessi istituti di credito tendono ad imprimere sulle carte di credito il numero di conto del cliente. Conseguentemente è lecito pensare che un raggiro non potrà essere perpetrato conoscendo solamente il codice IBAN. Ciò, però, non deve far calare l’attenzione sulla comunicazione dei dati personali dato che i tentativi di phishing o smishing arrivano numerosi dal web.
Uno dei principali rischi di truffa o raggiro è appunto il sopra citato Phishing, ma di cosa si tratta lo scopriamo meglio di seguito.
Il furto delle credenziali avviene tramite invio di e-mail (phishing) o sms (smishing) invitando i clienti ad inserire i propri dati di login tramite link che conduce a sito malevolo. Non è insolito, infatti, ricevere mail o sms ingannevoli che invitano a cliccare su link atti a rubarci i dati necessari.
In questi casi di frode, gli indirizzi mail del mittente ed il numero di telefono sono ugual a quelli della banca grazie a tecniche di spoofing. Nel caso di sms, il messaggio compare anche nella cronologia dei messaggi della banca. Il sito in cui si va ad approdare è spesso molto simile a quello della banca. Il consiglio è ovviamente quello di evitare assolutamente di fornire dati e ancor più genericamente di evitare di cliccare ai link che ci arrivano da mail sospette o sms inattesi.
Questo, dunque, è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito alla questione dei rischi di truffe al proprio IBAN.
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