Lo smart working sta sempre più diffondendosi nel nostro sistema lavoro italiano. Quali sono le nuove regole per il lavoro agile?
Lo smart working è sempre una scelta più scelta da imprese e lavoratori in Italia. Ciò che ci si aspetta per quest’anno è avere una normativa univoca che possa regolare il lavoro agile per le imprese nel nostro paese. Se si considera che circa 7 milioni di lavoratori lo scorso anno hanno lavorato così, si può valutare l’importanza del cambiamento nel modo di lavorare.
Anche perché questo dato non tiene conto di tutti coloro che non possono lavorare in smart working perché obbligati ad andare in sede. E’ il caso di coloro che lavorano in fabbrica, nella produzione diretta, in cui il lavoro è più legato alla manualità e a macchinari presenti solo nei locali aziendal. Discorso molto diverso per chi lavora d’ingegno o di tipo manageriale e decisionale, che può quindi lavorare da qualsiasi posto. A volte basta un pc connesso ad internet per poter eseguire facilmente i proprio compiti.
Il cambiamento nel modo di lavorare ha trovato un primo approccio di regolamentazione nel Protocollo Nazionale sul lavoro agile nel settore privato. Un documento redatto dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Si tratta di un accordo con le Parti sociali. Hanno aderito Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confsal, Cisal, Usb, Confindustria, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato, Cna, Casartigiani, Alleanza cooperative, Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Copagri, Abi, Ania, Confprofessioni, Confservizi, Federdistribuzione, Confimi e Confetra.
L’accordo si basa su alcuni punti chiave:
Anche nella pubblica amministrazione, nel 2021, ha cercato di definire e regolare il lavoro agile. Infatti il 9 dicembre 2021 ha emanato il decreto sulle “Linee guida sul Piano organizzativo del lavoro Agile e gli indicatori di performance”. Un documento che intende fornire delle direttive per l’applicazione dello smart working all’interno della pubblica amministrazione.
Tuttavia entro ogni 31 gennaio deve essere redatto al fine di accompagnare l’evoluzione di questo nuovo approccio al lavoro anche nel settore pubblico. Questo documento si basa:
Dunque per il 2022 c’è da aspettarsi un anno di assestamento, per l’introduzione e la regolamentazione in via definitiva dello smart working sia nel settore privato che nella pubblica amministrazione.
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