Aumenti carburanti:la Guardia di Finanza indaga. Sentito il ministro Cingolani

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Gli aumenti del costo dei carburanti arrivati a oltre 2,30 euro al litro anche in modalità self service e che hanno portato i prezzi del diesel e della benzina ad essere quasi pari, hanno generato molto allarme nei consumatori. Sono in molti ad aver sostenuto che in passato con prezzi al barile simili a quelli odierni, il prezzo del carburante comunque non ha avuto le flessioni attuali e di conseguenza gli aumenti carburanti delle settimane scorse sono ingiustificati e quindi speculativi. Ora la Guardia di Finanza vuole vederci chiaro.

Sospiro di sollievo per gli italiani con il taglio delle accise sui carburanti per un mese

Nelle settimane appena trascorse gli italiani hanno dovuto far fronte ad aumenti dei costi dei carburanti spropositati. Questo ha costretto il Governo a intervenire applicando un taglio delle accise di 30,5 centesimi. Ad essere precisi il taglio è di 25 centesimi a cui si accumula un risparmio sull’IVA di 5,5 centesimi. Questa applicazione porta nuovamente i carburanti sotto la soglia dei 2 euro al litro sia per la benzina sia per il diesel. Questa misura per ora avrà la durata di 30 giorni.

Nei confronti di questa decisione non sono mancate le proteste dei gestori che hanno sottolineato la necessità di intervenire con meccanismi di compensazione al fine di evitare perdite dovute alle accise già assolte. Forse però questa volta hanno esagerato perché nel frattempo sono partitre le indagini della Guardia di Finanza per verificare se gli aumenti applicati dai vari gestori fossero in linea con l’effettivo aumento del prezzo del petrolio oppure vi sono state manovre speculative alimentate dall’allarme generato dalla guerra in Ucraina.

Guardia di Finanza indaga sugli aumenti carburanti

Il fascicolo è stato aperto da diverse Procure, la Procura di Roma indaga con un fascicolo per manovre speculative su merci, l’indagine è guidata dal procuratore Francesco Lo Voi e dal procuratore aggiunto Rodolfo Sabelli e nella giornata di ieri, in qualità di persona informata sui fatti, è stato sentito il Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani che già nei giorni passati aveva sottolineato che gli aumenti applicati non erano in linea con gli effettivi aumenti del costo del petrolio. Il Ministro, da quanto si apprende, avrebbe reso dichiarazioni molto dettagliate sulla questione e consegnato un corposo fascicolo. Di conseguenza avrebbe aiutato a chiarire i meccanismi che hanno portato a questi vistosi aumenti.

Cartelli dei prezzi: precedenti sanzionati

Se i sospetti fossero confermati, si potrebbe configurare una grave truffa ai danni dei cittadini e delle imprese. Non solo, ricordiamo che dal 1990 in seguito all’entrata in vigore della legge 287 vige il divieto di “cartelli dei prezzi” contenuto nella legge Antitrust. I cartelli consistono in accordi tra le imprese che coordinano tra loro i prezzi andando così ad eliminare gli effetti della libera concorrenza. Ad esempio se i vari gestori della distribuzione dei carburanti si accordano al fine di tenere alti i prezzi, si ipotizza un cartello. La normativa prevede anche la possibilità per le imprese che collaborano di accedere a programmi di clemenza. Questi si applicano ad imprese che si autodenunciano e forniscono elementi probatori importanti al fine di rilevare l’infrazione delle regole Antitrust.

Non mancano casi passati. Ad esempio l’Antitrust (anni 2000) ha comminato una sanzione da 700 milioni di euro a un cartello assicurativo che compredeva tra le varie compagnie Generali, Ras, Sai, Lloyd Adriatico e altre compagnie condannate perché avrebbero stipulato un accordo per mantenere alti i prezzi delle polizze.

In seguito la Corte di Cassazione (con ordinanza 5327 del 2013 pronunciata dalla Sezione Civile VI-3) ha confermato la tutela per un assicurato che aveva stipulato la polizza con una delle compagnie sanzionate. In questo caso la Corte ha sottolineato che, visti i fatti già accertati e che non è possibile quindi porre nuovamente in discussione, in favore del ricorrente/consumatore vi è una presunzione che il premio corrisposto sia superiore al dovuto. Quindi l’assicurato non deve provare il danno, ma è la compagnia a dover fornire la prova liberatoria.

L’indagine sui prezzi dei carburanti è partita da un esposto presentato da Codacons a 104 Procure e all’Autorità Garante della Concorrenza. Per ora non c’è nessun soggetto iscritto nel Registro degli Indagati.