Emergenza Gas: arriva il piano del governo. Sacrifici per tutti

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Il Ministro per la Transizione Ecologica Cingolani, intervenendo al programma Agorà Extra, ha dichiarato che saranno necessari 24-30 mesi per poter ottenere l’indipendenza energetica dalla Russia.

Ministro Cingolani: l’Italia deve diversificare le fonti per uscire dall’emergenza gas

L’Italia importa dalla Russia ogni anno 29 miliardi di metri cubi di gas, sono circa il 40% del totale fabbisogno e per sostituire una così imponente fornitura è comunque necessario del tempo. Il Ministro Cingolani ha sottolineato che dipendere da un solo Paese per il fabbisogno energetico è un errore e l’Italia più di altri Paesi paga in quanto non ha autonomia avendo poche fonti energetiche e non avendo sviluppato un buon piano di uso delle risorse rinnovabili.

Il ministro Cingolani ha dichiarato che già entro i prossimi due mesi si provvederà a circa 15-16 miliardi di metri cubi di gas con altre forniture. Sarà dimezzata l’importazione di gas dalla Russia. Nel frattempo si provvede anche ad accelerare sulle rinnovabili a breve termine eliminando anche visti, asseverazioni, autorizzazioni per gli impianti fotovoltaici. Inoltre l’Italia ha 3 rigassificatori che stanno lavorando al 60% e che saranno potenziati. Nel corso del 2022 è prevista anche l’installazione di un ulteriore rigassificatore galleggiante.

Potenziare le centrali a carbone attive

Si è parlato più volte nelle scorse settimane di ritorno al carbone e Cingolani ha sottolineato che l’obiettivo è potenziare il funzionamento delle centrali che funzionano a carbone e che sono già attive, come quelle presenti a Civitavecchia e Brindisi, mentre non saranno riaperte quelle che sono inattive. Questo infatti comporterebbe comunque eccessivi oneri. Solo in caso di emergenza maggiormente grave rispetto a quella di oggi, si provvederà a riaprire le centrali a carbone inattive, ma è una opzione che appare improbabile allo stato attuale.

Cingolani ha risposto anche alla domanda che molti si stanno ponendo, cioè cosa succederà nel caso in cui Putin dovesse decidere, in risposta alle sanzioni, di chiudere la fornitura di gas? Il ministro Cingolani ha sottolineato che l’Italia ha abbastanza riserve per arrivare alla bella stagione, quando il fabbisogno di gas sarà comunque ridotto. Il ministro ha però sottolineato che appare improbabile tale chiusura perché la Russia ha bisogno di fondi e la fornitura di gas all’Italia frutta quasi un miliardo di euro al giorno.

Il Piano emergenza gas che il governo sta varando

Nel frattempo il Governo sta però varando il piano di emergenza gas. Al centro delle attività c’è il NISP (Nucleo Interministeriale Situazione e Pianificazione), formato da ministri, tecnici e vertici dell’Intelligence. Uno dei problemi immediati da risolvere, come comunicato dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti, è l’approvvigionamento di materie prime, concimi, mangimi e sementi con il rischio di bloccare la filiera produttiva in numerosi settori dell’economia italiana. Proprio per questo nel piano di emergenza, non ancora attuato, ma che si sta preparando, c’è il blocco dell’export.

Per quanto riguarda invece il fronte energia, già nelle prossime ore è prevista una riduzione dei consumi attraverso sospensione di ore e quantità di luce a monumenti e palazzi. Saranno normalmente illuminate le strade e i luoghi in cui generalmente è necessario avere un elevato grado di sicurezza. Ci avviamo inoltre verso una riduzione delle ore di accensione del riscaldamento e ad abbassare di un grado la temperatura degli impianti. Tale modifica dovrebbe entrare in vigore prima al Sud che proprio nelle ultime settimane è stato travolto da un’ondata di gelo anomalo.

Il Presidente del Consiglio ha anche annunciato l’intenzione di aumentare la produzione italiana di gas fino a 5 miliardi di metri cubi, questo sarà diretto a prezzi calmierati alle imprese. Alle PMI sarà destinato un terzo di questa produzione.

Nel medio e lungo periodo non viene inoltre escluso il ricorso al nucleare pulito con l’obiettivo di ridurre la sudditanza dell’Italia ad altri Paesi per il proprio fabbisogno energetico.

Cosa succede ai prezzi? Ci sono diminuzioni in vista?

Gli italiani sono giustamente preoccupati per gli aumenti dei prezzi, sia nel settore energetico che per gli alimentari. Su questo fronte purtroppo per ora non arrivano buone notizie perché di fatto la scarsità dei beni porta comunque il prezzo ad aumentare. Ognuno di noi sarà chiamato quindi a maggiore attenzione, riduzione dei consumi energetici e ulteriori sacrifici.

Nel frattempo arrivano incentivi per ridurre i consumi energetici, per saperne di più leggi: Agricoltura, per il caro energia incentivi a realizzare impianti. In cosa consistono?