Nel settore dell’immigrazione potrebbero esservi importanti novità, è iniziato l’iter alla Camera per l’approvazione dello Ius Scholae che prevede la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana frequentando le scuole in Italia.
La cittadinanza è alla base di molti benefici e privilegi che sono riconosciuti solo a coloro che vivono in Italia, da tempo si discute in Italia su una nuova base per diventare cittadini a tutti gli effetti e non mancano polemiche. Ora, dopo anni di tentativi, si prova di nuovo e stavolta con lo Ius Scholae, presentato alla Camera e in discussione alla Commissione Affari Costituzionali dal deputato del M5S Brescia, i tempi potrebbero essere maturi.
Attualmente la cittadinanza italiana si ottiene per:
Per la cittadinanza ottenuta per residenza è necessario fare qualche precisazione. Si può ottenere nel caso in cui il soggetto abbia un reddito nei tre anni antecedenti la proposizione della domanda di cittadinanza italiana di almeno:
Tali redditi devono essere maturati ogni anno nei tre anni antecedenti alla presentazione della domanda.
Naturalmente questo requisito economico da solo non basta, ci vogliono ulteriori requisiti, le casistiche sono diverse. In particolare il richiedente deve:
Si ribadisce che in tutti questi casi deve coesistere anche il requisito reddituale.
Con la proposta di legge Ius Scholae l’obiettivo è semplificare questa procedura e dare la cittadinanza italiana a tutti quei bambini che frequentano per almeno 5 anni le scuole italiane. Secondo le stime fatte il provvedimento potrebbe interessare circa 800.000 persone, figli di stranieri, che di fatto hanno sempre vissuto in Italia, si sentono italiani e hanno frequentato le scuole italiane. Lo Ius Scholae andrebbe quindi a riguardare quelli che possono essere definiti gli immigrati di seconda generazione.
Il deputato Brescia nella presentazione del disegno di legge ha sottolineato che lo Ius Scholae potrebbe essere un importante fattore di integrazione. Questo anche grazie a un testo semplice che di conseguenza non può essere facilmente manipolato oppure strumentalizzato da chi fino ad ora si è sempre opposto a una riforma che rendesse più semplice l’ottenimento della cittadinanza italiana. Brescia ha sottolineato che il provvedimento pone al centro il sistema scolastico italiano alla base della costruzione della cittadinanza.
Nella proposta di legge si stabilisce che potrà ottenere la cittadinanza italiana il minore nato in Italia, o che vi abbia fatto ingresso entro il 12° anno di età, che abbia risieduto in Italia senza interruzione e frequentato le scuole in Italia per almeno 5 anni in uno o più cicli scolastici (ad esempio un anno di scuole elementari, tre anni di scuole superiore di primo grado, un anno di scuola superiore di secondo grado).
Per questo disegno di legge hanno già espresso soddisfazione Enrico Letta, segretario del Pd che ha sottolineato che si tratta di una questione di civiltà e di un provvedimento in linea con il sentire degli italiani
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