Microchip e la carenza dei semiconduttori potrebbero essere un problema presto risolvibile, almeno in Europa, ecco il perché.
I microchip sono ormai usati per qualsiasi cosa nella vita quotidiana. Ed ormai da mesi molte aziende sono in difficoltà per quella che ormai è nota come “crisi dei semiconduttori“. Si tratta di una sitazione in cui la domanda è maggiore dell’offerta di quel determinato prodotto. Quindi molte produttori non riescono a soddisfare la domanda delle imprese, che acquistano i microchip per impiegarli in prodotti più complessi, come smartphone, tablet, qualsiasi tipo di prodotto che ha al suo interno una componente elettronica.
Tuttavia secondo quando emerge da un sondaggio condotto dal Dipartimento del commercio, su 150 aziende della filiera di approvvigionamento, le cui scorte sarebbero passate dai 40 giorni del 2019, agli attuali cinque. Ebbene se le scorte continuano a mancare, per ritardo nella consegna dei produttori, e le aziende sono in difficoltà, qualcosa bisogna pur fare. Magari occorre incrementare la possibilità di aumentare l’offerta per far fronte alla domanda.
A correre ai ripari ci sta pensando Intel Corporation, la multinazionale americana. La società, con sede a Santa Clara in California, ha annunciato un progetto che potrebbe portare, in Europa, un investimento da 80 miliardi di euro. Una manovra che prevede l’espansione nel territorio europeo, ampliando la sua presenza in tutta la filiera dei semiconduttori.
Questa possibilità potrebbe diminuire la dipendenza asiatica di molte aziende. L’azienda ha infatti intenzione d’investire 17 miliardi di euro per creare un mega-impianto all’avanguardia in Germania specializzato nella produzione di semiconduttori, a cui si aggiungerà un centro di design e di Ricerca e Sviluppo con sede in Francia. Ma non solo l’investimento porterebbe fino a 4,5 miliardi di euro solo in Italia.
Il progetto di Intel potrebbe essere una grande opportunità per l’Italia. Questo perché potrebbe prevedere un grande numero di nuovi posti di lavoro. In un periodo in cui c’è fame di lavoro, questo potrebbe davvero cambiare le cose. Infatti il gigante di Silicon Valley sembra abbia intenzione di trasformare l’impianto italiano in un polo di eccellenza. Nei piani anche una partneship rilevante con STMicroelectronics, per creare nuove opportunità di crescita del servizio di fonderia dei semiconduttori.
Infine l’investimento totale prevede anche un flusso di denaro da riservare a progetti innovativi, che in ambito italiano permetterà di costruire nuove collaborazioni con Leonardo, Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e CINECA, al fine di esplorare nuove soluzioni avanzate nell’ambito del supercalcolo (HPC), della memoria, dei modelli di programmazione software, di sicurezza e cloud.
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