Pensioni anticipate e pensioni di anzianità, come è cambiata la previdenza

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Oggi il sistema previdenziale italiano si regge sostanzialmente su due pilastri. C’è la pensione anticipata e c’è la pensione di vecchiaia. La prima è una misura senza limiti anagrafici, la seconda invece ha l’età pensionabile. Sia la pensione anticipata che quella di vecchiaia si trovano oggi con struttura è requisiti pesantemente influenzati dalla riforma delle pensioni di Elsa Fornero. Anzi, le pensioni anticipate nascono proprio con la legge Fornero. La pensione anticipata fu la misura che ha Fornero ha varato in sostituzione delle vecchie pensioni di anzianità. Proprio la differenza tra queste due misure può rappresentare lo spartiacque tra ciò che accadeva prima per andare in pensione, e ciò che accade adesso.

Pensioni anticipate vs pensioni di anzianità, ecco cosa è cambiato

Sia le pensioni anticipate che quelle di anzianità sono strumenti adatti a consentire ai lavoratori di anticipare la quiescenza rispetto alla pensione di vecchiaia. Ma era nettamente più favorevole la pensione di anzianità rispetto alla nuova anticipata. Anche perché erano diverse le pensioni di anzianità e non una sola come le pensioni anticipate. Diverse tipologie di pensione di anzianità quindi. Una era del tutto simile alla pensione anticipata di oggi. Ma c’era anche la pensione di anzianità con quota, una specie di strumento precursore delle pensioni per quotisti di oggi. Misure che ad un requisito anagrafico (naturalmente ridotto rispetto alla pensione di vecchiaia) aggiungevano un requisito contributivo la cui somma, comprensiva delle frazioni di anno, rappresentavano un ulteriore requisito.

Oggi invece, la pensione anticipata è esclusivamente una e permette le uscite con il solo completamento del requisito contributivo.

Una pensione di anzianità ancora oggi resiste, è la totalizzazione

Dal 2012, dopo la famigerata riforma lacrime e sangue della Fornero e del governo Monti, le pensioni di anzianità scomparirono tutte. Oggi rimangono solo le pensioni di anzianità destinate allo scivolo usuranti e notturni. O a chi può sfruttare la pensione con la totalizzazione.

La totalizzazione è quello strumento che permette a chi ha versato contributi in diverse casse, gestioni o fondi previdenziali, di optare per una pensione unica accorpando la contribuzione sparsa nei medesimi fondi e simili. Lo strumento, può essere sfruttata tanto per una unica pensione di vecchiaia, che per una pensione di anzianità, io anche di inabilità e ai superstiti. La totalizzazione è gratuita e in questo si differenzia da altri strumenti che consentono lo stesso risultato, ma a titolo oneroso (la ricongiunzione per esempio).

Il diritto alla pensione di anzianità in regime di totalizzazione è destinato a chi completa una anzianità  di 2.080 settimane, cioè 40  anni di contributi al netto dei contributi figurativi per disoccupazione o malattia. Per la pensione di vecchiaia in totalizzazione invece, servono 65 anni di età e  almeno 20 anni di contributi.

Meglio le pensioni di anzianità o le pensioni anticipate?

È evidente che con le pensioni anticipate rispetto alle pensioni di anzianità , la situazione è drasticamente peggiorata.  Si usciva prima dal lavoro con le pensioni di anzianità. A poco è servito inserire nel sistema una misura come quota 41, che abbassa il requisito contributivo da 42 anni e 10 mesi per gli uomini o 41 anni e 10 mesi per le donne, a 41 anni, ma con  limiti evidenti. Innanzi tutto è una prestazione destinata a chi ha almeno un anno di contributi versati prima dei 10 anni di età. Inoltre, 35 ani devono essere effettivi da lavoro. E poi, si tratta di una misura destinata a invalidi, a soggetti con invalidi a carico, a disoccupati di lunga data o a lavoratori alle prese coi lavori gravosi.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.