In arrivo i nuovi contributi a fondo perduto per le micro e le piccole e medie imprese (Pmi) per gli investimenti innovativi e sostenibili per favorire la trasformazione tecnologica e digitale di impresa. È stato infatti pubblicato nella Gazzetta Ufficiale numero 78 del 2 aprile 2022 il decreto legge del 10 febbraio scorso che assegna agevolazioni alle Pmi in conto impianti con agevolazioni che possono arrivare al 60% delle spese ammissibili. Le risorse messe a disposizione per la misura ammontano a 678 milioni di euro. I contributi sono concessi dal ministero per lo Sviluppo Economico (Mise) nell’ambito degli investimenti delle imprese manifatturiere e di servizi che operano su tutto il territorio italiano.
I contributi in conto capitali sono concessi dal Mise a favore delle piccole e medie imprese per contrastare e superare la crisi generata dall’emergenza Covid. Sono ammissibili le spese per gli investimenti volti a realizzare nuove unità produttive oppure ad ampliare quelle già esistenti. Gli investimenti devono essere in linea i principi della tutela ambientale e della transizione digitale, in coerenza con il piano Transizione 4.0. In particolare, i programmi di spesa devono facilitare la transizione verso l’economia circolare e la sostenibilità energetica.
A disposizione delle piccole e medie imprese ci sono 678 milioni di euro, dei quali:
Il primo fattore di ammissibilità di richiesta specificato nel decreto è che le imprese proponenti debbano non essere in difficoltà alla data del 31 dicembre 2019. Il regime di contabilità richiesto è quello ordinario, con due o più bilanci depositati oppure due dichiarazioni dei redditi se la richiesta proviene da società di persone o da ditte individuali. Le imprese dovranno poi dimostrare che le spese siano volte alla transizione verso l’economia circolare e all’ottimizzazione della sostenibilità energetica. In quest’ultimo caso, il miglioramento energetico da attestare deve essere pari ad almeno il 10% rispetto ai consumi dell’anno prima rispetto al giorno di presentazione dell’istanza.
Le spese ammissibili per richiedere i contributi in conto capitale delle piccole e medie imprese comprendono:
Si tratta pertanto di spese relative alle immobilizzazioni materiali e immateriali, obbligatoriamente nuovi di fabbrica. Inoltre, deve trattarsi di beni ammortizzabili e capitalizzati, figuranti nell’attivo dello stato patrimoniale dell’impresa che richiede i contributi. L’investimento deve essere mantenuto per non meno di tre anni.
I programmi di spesa e di investimento delle piccole e medie imprese che richiedono i contributi in conto capitale del ministero per lo Sviluppo Economico devono avere un importo di non meno di 500 mila euro e non eccedente la cifra di 3 milioni di euro per le regioni del Sud Italia; per le altre regioni, i limiti sono rispettivamente 1 milione di euro e 3 milioni di euro. In base agli obiettivi produttivi, gli investimenti dovranno garantire l’ampliamento della capacita di produzione delle imprese e la diversificazione; l’ottenimento di prodotti mai fabbricati in precedenza mediante i nuovi investimenti; il cambiamento dei processi produttivi rispetto a quelli già adottati dall’impresa oppure la realizzazione di nuove unità produttive.
I contributi in conto capitale vengono distribuiti alle imprese seguendo determinate percentuali. In particolare:
La gestione dei contributi in conto capitale a favore delle piccole e medie imprese è a carico di Invitalia. Si dovrà attendere un successivo decreto del ministero per lo Sviluppo Economico che fisserà i termini e le modalità con le quali le imprese potranno inviare le domande di agevolazione.
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