Contributi a fondo perduto, i chiarimenti del Fisco

concordato biennale

I contributi a fondo perduto per le Partite Iva sono molto attesi e molto importanti per molti lavoratori da troppo tempo colpiti dalla crisi economica post pandemica. Il cosiddetto fondo perduto perequativo però è assai importante. Ed è una misura che l’Agenzia delle Entrate ha deciso di spiegare meglio, soprattutto il fattore del peggioramento economico che è assai particolare e che molti non hanno ben capito. Il Fisco quindi, ha deciso di chiarire quello che risulta essere uno dei più importanti requisiti utili al contributo a fondo perduto.

Cosa è stato previsto per il contributo a fondo perduto del decreto Sostegni Bis

Il contributo perequativo per i lavoratori autonomi è stato introdotto dal decreto Sostegni Bis. Serve una perdita di fatturato, un peggioramento economico non indifferente per poter rientrare nei benefici della misura. E l’Agenzia delle Entrate, in base a quanto stabilito dal Decreto Sostegni bis, ha precisato che il calo economico prescinde dalle eventuali cause che lo hanno scatenato.

L’occasione per questa spiegazione è stata un interpello giunto all’Agenzia delle Entrate. Si tratta dell’interpello n° 199 del 20 aprile scorso. La domanda riguardava il peggioramento delle situazione economica e le Entrate hanno rimarcato che il contributo perequativo spetta a chi ha avuto questo calo nell’anno lavorativo 2020 rispetto all’anno 2019, che ricordiamo, è l’ultimo pre pandemia. Ma non è necessario che sia stata la pandemia a scatenare questo peggioramento della situazione. In pratica, anche se si tratta di un contributo strettamente connesso alla situazione pandemica italiana, anche se il calo è dovuto ad altri aspetti, il diritto al contributo non viene meno.

Cosa ha detto il Fisco in materia contributo perequativo e calo del fatturato

L’interpello è abbastanza chiaro perché cita una società che ha subito un calo del 20% del fatturato tra 2020 e 2019. Ma lo ha subito in parte per via della grave crisi economica Covid, ma poi anche per un fatto contingente. Si tratta della liquidazione per la fuoriuscita di un socio lavoratore. Una perdita generalizzata quindi e non adducibile totalmente al motivo del contributo a fondo perduto del decreto Sostegni Bis.

La domanda era specifica sul fatto che nel calo di fatturato doveva o meno essere inserita la parte di perdita dovuta alla liquidazione  del socio. Una domanda lecita visto che i precedenti contributi a fondo perduto si basavano su un calcolo medio su periodi più brevi di anno, proprio per intercettare maggiormente le crisi aziendali successive al Covid. Invece stavolta il periodo che può essere detto, di osservazione, è un anno fiscale e lavorativo intero. Il primo con la pandemia e l’ultimo senza.

La risposta all’interpello da parte dell’Agenzia delle Entrate

La risposta delle Entrate è netta come lo è stata la domanda dell’interpello. In pratica, a prescindere dalla motivazione del calo, il contributo a fondo perduto è assegnabile ai lavoratori che lo richiedono.

Le Entrate ricordano effettivamente che per calcolare l’ammontare delle perdite, il Fisco ha già prodotto un vademecum dove vengono indicati i campi delle dichiarazioni dei redditi dei due periodi d’imposta da considerare per determinare l’ammanco.

Le Entrate quindi specificano che ai fini della determinazione del risultato d’esercizio, la voce da considerare è quella indicata senza approfondirne le motivazioni. Una soluzione studiata a tavolino per evitare prolungamenti di istruttoria o calcoli soggettivi e sostenere subito le attività con erogazioni quanto più veloci possibili.

 

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.