Cambia ancora la cessione del credito di imposta sul superbonus 110% e sui bonus conseguenti agli interventi edilizi. In particolare, è stata rivista la norma che consente la quarta cessione del credito di imposta, dopo le prime tre. Anche se le modifiche in arrivo non dovrebbero essere terminate. La novità più rilevante sulla quarta cessione del credito di imposta è la necessità che possa essere fatta solo tra l’istituto bancario e il correntista.
Nei giorni scorsi, la soluzione per incrementare la circolazione della moneta fiscale era stata individuata nella solidarietà tra la banca e il primo titolare della detrazione del credito di imposta. Questa soluzione è stata abbandonata per fare posto ad altri vincoli. Il paletto più rilevante è quello che impone la quarta cessione del credito di imposta dalla banca a un correntista. La misura è contenuta in un emendamento alla legge di conversione del decreto legge numero 17 del 2022 (cosiddetto “decreto Bollette”).
L’emendamento, in particolare, prevede che solo gli istituti bancari abbiano la possibilità di cedere il credito di imposta (per la quarta volta) derivante dai lavori in superbonus 110% o riguardante gli altri bonus edilizi a un soggetto che abbia nei confronti della banca un conto corrente. La quarta cessione del credito di imposta può aversi solo esaurite le prime tre cessioni. Al momento, l’emendamento non prevede che nella quarta cessione possano entrare anche gli altri soggetti a regime controllato (le assicurazioni e gli altri intermediari finanziari) ammessi, in via esclusiva insieme alle banche, alla seconda e alla terza cessione del credito.
Stando così i paletti, pertanto, le cessioni del credito di imposta sui bonus e superbonus edilizi avrebbero questi vincoli:
Salta, rispetto alle anticipazioni dei giorni scorsi, la responsabilità solidale della quarta cessione del credito di imposta sui bonus e superbonus edilizi. Lo schema prevedeva, infatti, la gravosa limitazione per la quale nella quarta cessione sia la banca che il titolare della prima detrazione fossero responsabili solidali. Ciò avrebbe influenzato anche gli eventuali controlli dell’Agenzia delle entrate nei confronti del soggetto originario della prima detrazione fiscale. Questa soluzione è stata messa da parte per le difficoltà che le banche avrebbero incontrato nell’accettare il credito stesso.
La soluzione del conto corrente nella quarta cessione del credito di imposta appare più ragionevole. Si dovrebbe consentire maggiore circolarità della moneta fiscale mediante il trasferimento del credito dalla banca ai propri correntisti. E ciò dovrebbe anche consentire alle banche di liberare capienza fiscale per effettuare nuove operazioni di cessione. Nei fatti, un cliente della banca che deve pagare un modello F24 da 100 euro, può ricevere dalla banca l’offerta di acquisto del credito fiscale pari a 100 euro con l’applicazione di un piccolo sconto. Ad esempio, il prezzo può essere fissato a 99 o a 98 euro.
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