Come funziona quando un dipendente si mette in malattia? Scopriamo in questa rapida guida quali sono i diritti e quali i doveri nel periodo di malattia, per un dipendente.
Partiamo dalle basi della questione, affrontando la modalità del periodo di malattia di un dipendente.
Stando a quanto stabilisce l’articolo 2110 del codice civile “in caso d’infortunio, di malattia, di gravidanza o di puerperio, se la legge (o le norme corporative) non stabilisce forme equivalenti di previdenza o di assistenza, è dovuta al prestatore di lavoro la retribuzione o un’indennità nella misura e per il tempo determinati dalle leggi speciali, (dalle norme corporative) dagli usi o secondo equità.”
Quindi, il principale diritto per il dipendente o comunque per il lavoratore, spetta il diritto di percepire lo stipendio nel tempo di malattia, in misura ai tempi stabiliti dalla legge o dal contratto con l’azienda.
Va aggiunto che è inoltre garantita ai termini di legge, al dipendente assente per malattia la conservazione del posto di lavoro per un periodo di tempo ben determinato, nel corso del quale non potrà quindi essere licenziato dal proprio datore di lavoro.
La durata del cosiddetto periodo di comporto viene definita dalla contrattazione collettiva applicata ed è generalmente quantificata in 180 giorni per anno civile.
Andiamo, dunque a vedere quali diritti spettano, in ulterior misura ad un lavoratore in periodo di malattia.
L’INPS, in merito al verificarsi di un evento morboso che determini l’incapacità temporanea al lavoro, eroga un’indennità di malattia alle seguenti tipologie di lavoratori subordinati:
Questa tipologia di indennizzo non spetta a:
Ovviamente, per poterne usufruire, il lavoratore ha l’obbligo di farsi rilasciare il certificato di malattia dal proprio medico curante, che provvede a trasmetterlo telematicamente all’INPS.
Ma quali sono, invece, gli oneri che spettano ad un dipendente in malattia?
E’ importante sapere che per il dipendente, nel periodo di comporto, sussiste un obbligo di reperibilità presso il proprio domicilio per sottoporsi all’eventuale visita del medico fiscale, una visita che può essere disposta sia su richiesta del datore di lavoro, tenendo conto che la cui violazione è sanzionata disciplinarmente, sia d’ufficio.
Per i lavoratori dipendenti le fasce di reperibilità sono, per tutti i giorni riportati nella certificazione di malattia (compresi i sabati, domenica e festivi), dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.
Nel corso del periodo di prognosi del certificato medico, in casi necessari, il lavoratore può cambiare l’indirizzo di reperibilità, sempre però comunicandolo in maniera tempestiva e con congruo anticipo al proprio datore di lavoro, con le modalità previste dal contratto, ed all’INPS utilizzando il servizio “Sportello al cittadino per le visite mediche di controllo”.
Per ottenere il diritto all’indennità, da parte dell’INPS, si parte dal quarto giorno (i primi 3 giorni sono considerati di “carenza” e, se previsto dal contratto collettivo, devono essere indennizzati dal datore di lavoro) e termina con la scadenza della prognosi.
Solitamente, l’indennità a carico dell’Istituto viene corrisposta ai lavoratori dipendenti nella misura del 50% rispetto alla retribuzione media giornaliera (che comprende l’incidenza dei ratei delle mensilità aggiuntive) partendo dal quarto al ventesimo giorno e del 66,66% dal ventunesimo al centottantesimo giorno.
Ad ogni modo, la maggior parte dei contratti collettivi stabilisce che il datore di lavoro debba integrare l’indennità erogata dall’INPS, durante il periodo di conservazione del posto, fino a un determinato ammontare che può anche arrivare al 100% della retribuzione.
Dunque, questo è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito ai basici diritti e doveri di un dipendente in corso di periodo di malattia dal lavoro.
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