Gas algerino è una delle soluzioni trovate dall’Italia per sostituire le importazioni di gas russo. Ma si cercano anche altre soluzioni.
Il premier italiano Mario Draghi è ad Algeri per incontrare il Presidente della Repubblica algerina Abdelmadjid Tebboune. Lo scopo è quello di firmare un accordo sul gas che possa incrementare le forniture di gas dal Paese che già rappresenta il 31% del nostro import. L’accordo è stato firmato da Eni e dall’azienda di Stato algerina Sonatrach alla presenza dei rappresentanti istituzionali dei relativi paesi.
Dunque saranno pompati circa 9 miliardi di metri cubi attraverso il Mediterraneo per portare il gas in Italia. Prima in Sicilia a Mazara del Vallo e poi in tutta la Penisola. E così l’Algeria diventa il nostro primo importatore di gas, scansando al secondo posto la Russia. Oggi l’accordo firmato è un punto di forza per entrambi i Paesi. L’Italia che potrà garantire il gas necessario alla popolazione, soprattutto in vista del prossimo inverno e l’Algeria che incrementerà le sue vendite e la ricchezza nel proprio Paese.
L’accordo sigla una promessa fatta dal capo del governo, Mario Draghi. “Subito dopo l’invasione dell’Ucraina, avevo annunciato che l’Italia si sarebbe mossa con rapidità per ridurre la dipendenza dal gas russo. Gli accordi sono una risposta significativa a questo obiettivo strategico, ne seguiranno altre“- ha detto Draghi. Inoltre Draghi aggiunge che “il governo vuole difendere i cittadini e le imprese dalle conseguenze del conflitto”.
Tuttavia l’Italia e l’Algeria hanno stretto un accordo sul gas, ma anche sulle varie forme di energia alternative. Comunque sia si tenterà di potenziare al massimo il gasdotto, portando da 21 a 30 miliardi di metri cubi, entro il prossimo inverno. Un grande incremento di gas, ma del resto non si può più essere così dipendenti dalla Russia, che ha iniziato una guerra inutile. Del resto contro il caro bollette, anche in Italia si cercherà di aumentare la produzione di carburante già nei giacimenti in funzione.
Eppure l’accordo di oggi è solo l’inizio perché si sta parlando anche di idrogeno verde e di potenziare la produzione nazionale di energie alternative. Tuttavia in Algeria, il premier Draghi è accompagnato anche dal Ministro degli Esteri Di Maio, il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e dell’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
Ma in realtà la delegazione italiana sarà lì anche per tentare altri accordi, sia in Congo che dovrebbe garantire 5 milioni e mezzo di gas. E poi ancora in Mozambico e in Angola. Però magari la transazione energetica italiana potrebbe portare il nostro paese ad avere maggiori posti di lavoro ed uscire da una crisi energetica senza pari.
“In Algeria ho firmato con il mio omologo Lamamra l’accordo che ci permetterà di aumentare la cooperazione tra i nostri Paesi e le forniture di gas per l’Italia. Continuiamo a lavorare senza sosta per la sicurezza energetica del nostro Paese, in primo luogo di famiglie e imprese”. Lo scrive su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
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