Basta bonus: Confindustria lancia l’allarme, servono riforme per le imprese

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Il Presidente di Confindustria Bonomi lancia l’allarme: ora basta bonus servono riforme strutturali. A margine dell’incontro Assolombarda il presisdente di Confindustra fa il sunto della situazione delle imprese e sollecita il Governo a fare riforme strutturali.

Confindustria: è arrivato il momento delle riforme strutturali in attesa da 30 anni

Confindustria è l’associazione rappresentativa delle aziende italiane e naturalmente segue gli interessi di questa particolare categoria produttiva, ma vista l’importanza del sistema impresa per l’economia del Paese, di certo non si possono ignorare le sue richieste e le analisi del mercato che Confindustria fa. Di conseguenza quando il presidente di questa importante confederazione suggerisce delle modifiche, la politica non può certo far finta di nulla.

Al centro dell’attenzione in questo periodo ci sono i tanti bonus che sono stati elargiti per i due anni che hanno caratterizzato la pandemia, ad esempio è ancora possibile richiedere il bonus per le discoteche e le sale da ballo, ma sono nunerosi gli incentivi e spesso le risorse sono anche incapienti lasciando una parte degli imprenditori in difficoltà. L’obiettivo dei bonus è aiutare le aziende a tamponare le perdite che si sono verificate copiose in questi due anni che hanno visto anche lunghi periodi di chiusura di numerose attività e di conseguenza anche dei fallimenti. Secondo il presidente Bonomi ora è arrivato il momento di dire basta, servono riforme strutturali.

Il presidente Bonomi sottolinea che in questo momento storico abbiamo un’occasione unica: grazie ai fondi del PNRR, è possibile fare le riforme che da 30 anni si stanno aspettando e che possono dare energia e vitalità al Paese.

Lo strano caso dei navigator

Bonomi va oltre, critica il reddito di cittadinanza e sottolinea che siamo arrivati al punto in cui il ministro del Lavoro deve impegnarsi a trovare un lavoro ai navigator che sono stati impegnati, con contratto a tempo determinato, a trovare lavoro ai percettori di reddito di cittadinanza. Le critiche a quel concorso erano giunte già anni fa al punto che i governatori di alcune regioni non vollero assumerli preferendo dei concorsi per il potenziamento dei centri per l’impiego con contratto a tempo indeterminato. Purtroppo il paradosso ipotizzato al momento del maxi concorsone si sta verificando, infatti i contratti sono in scadenza e i navigator potrebbero restare senza lavoro. Bonomi non perde tempo per farlo notare.

Riforme strutturali: Confindustria suggerisce il taglio del cuneo fiscale

Durante l’assemblea di Assolombarda Bonomi ha anche sottolineato che il caro energia sta creando difficoltà alle imprese e che la bolletta delle imprese attualmente è di circa 80 miliardi di euro, mentre solo pochi mesi fa era 60 miliardi.

Bonomi ha anche sottolineato di aver proposto il taglio del cuneo fiscale che in Italia è più elevato rispetto alla media OCSE facendo perdere alle imprese italiane competitività, ma di non aver ricevuto ancora adeguate risposte. Il realtà il taglio del costo del lavoro  ha il pieno sostegno anche dell’Unione Europea. In base ai calcoli stimati, afferma Bonomi, un taglio del cuneo fiscale di 16 miliardi di euro porterebbe nelle tasche degli italiani con un reddito medio di 35.000 euro l’anno, una somma di 1.223 euro ogni anno.

Bonomi lancia l’allarme anche sulla scarsità delle materie prime e sottolinea che un eventuale blocco delle importazioni del gas dalla Russia avrebbe un effetto shock sull’economia italiana e in particolare sulle imprese che già sono in difficoltà. Un recupero dovrebbe invece registrarsi per le imprese impegnate nel settore del turismo.