Il decreto “Aiuti” approvato il 2 maggio 2022 dal governo mette a disposizione delle piccole e medie imprese contributi a fondo perduto per la perdita di fatturato causata alla crisi per le guerra Ucraina. I contributi potranno arrivare all’importo di 400 mila euro per ciascuna impresa. Gli aiuti saranno legati alle perdite di fatturato degli ultimi mesi. Le risorse stanziate dal governo per i contributi a fondo perduto sono pari a 130 milioni di euro. Per ottenere gli aiuti è necessario aver venduto servizi o beni in Russia, Bielorussia o Ucraina per almeno il 20% del fatturato degli ultimi 2 anni.
Sono 3 sostanzialmente i motivi di ammissibilità ai contributi a fondo perduto per la perdita del fatturato delle imprese. In primo luogo, la contrazione della domanda che si è registrata in questi ultimi mesi; a seguire, l’interruzione dei progetti e dei contratti già in essere; infine la crisi di approvvigionamento delle fonti energetiche con conseguente caro prezzi di energia elettrica e gas. Le risorse stanziate dal governo confluiranno nel Fondo per il sostegno alle imprese danneggiate dalla crisi in Ucraina.
La diminuzione del fatturato per la richiesta dei contributi a fondo perduto deve essere di almeno il 30% nel primo trimestre del 2022 rispetto ai mesi di gennaio, febbraio e marzo del 2019. I fondi stanziati dal governo si sommano alle misure del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (Pnrr), in particolare alle risorse inerenti la promozione dei patti territoriali volti a trasferire le tecnologie a favore delle PMI.
Ammesse a ottenere i contributi a fondo perduto sono le PMI come definite dalla raccomandazione della Commissione europea 2003/361, fatta eccezione per le imprese agricole. Le imprese dovranno presentare vari requisiti in maniera cumulativa. In particolare, oltre alla perdita del fatturato del 30%, deve risultare che le PMI richiedenti i contributi devono aver realizzato negli ultimi 2 anni operazioni di vendita di beni e di servizi ad aziende ucraine o di Russia e Bielorussia. Le operazioni possono consistere anche nell’approvvigionamento di materie prime o di semilavorati. Inoltre, i rapporti con i tre Paesi devono incidere per almeno il 20% del fatturato complessivo dell’impresa richiedente.
Le imprese che richiedono i contributi devono rientrare però, contestualmente, in altri parametri. Il prezzo medio di acquisto per le materie prime e per i semilavorati del trimestre che precede l’entrata in vigore del provvedimento deve aver subito un aumento di almeno il 30% rispetto allo stesso prezzo del medesimo periodo del 2019. Nell’ipotesi in cui l’impresa sia stata costituita durante il 2020, il trimestre di riferimento del 2022 deve essere comparato con lo stesso trimestre del 2021.
Inoltre, sempre nei tre mesi antecedenti la data di entrata in vigore del provvedimento, deve essersi verificato una diminuzione del fatturato di almeno il 30% rispetto allo stesso trimestre 2019. La precisazione inerente la verifica del calo del fatturato si effettua sulla base dei ricavi previsti dal comma 1, lettere a) e b) dall’articolo 85, del Testo unico delle imposte sui redditi (Tuir).
Il calcolo del totale del contributo a fondo perduto che spetta alle PMI per la crisi in Ucraine segue uno specifico meccanismo. Infatti:
Per presentare le domande dei contributi a fondo perduto è necessario attendere il decreto del ministero per lo Sviluppo Economico (Mise). Il provvedimento stabilirà le modalità di erogazione degli incentivi per le imprese investite dalla crisi in Ucraina. Nel decreto verranno chiariti i requisiti per accedere agli incentivi, le scadenze e le modalità da seguire per presentare la domanda.
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