Detrazione spese trasporti: a quanto ammonta e come avvalersene

detrazione spese trasporti

Ridurre le imposte da versare è il sogno di tutti e per farlo non occorre evadere, cosa del tutto illegale e che può portare gravi conseguenze, ma avere qualche buon abitudine può sicuramente aiutare. Tra queste c’è conservare traccia di tutti i pagamenti effettuati, infatti molti di questi consentono di ottenere le detrazioni dall’Irpef. Vedremo ora la detrazione per le spese trasporti.

Detrazione spese trasporti: come funziona?

Viaggiare con i mezzi pubblici è un’abitudine sempre più frequente e questo non solo permette di inquinare meno e di risparmiare, infatti visti i costi del carburante e le spese di gestione di un’auto a cui aggiungere anche i costi del parcheggio, ma anche perché consente di ottenere le detrazioni per le spese di trasporto. Ciò che tutti si chiedono è come fare per poterne beneficiare?

La prima cosa da sottolineare è che questa detrazione è di recente inserimento, è stata infatti introdotta con la legge di bilancio 2018.

E’ possibile portare in detrazione esclusivamente le spese per il trasporto sostenute con l’uso di strumenti di pagamento tracciabili. Questo vuol dire che se si vuole ottenere il beneficio fiscale è assolutamente da evitare il pagamento in contanti.

La detrazione per le spese di trasporto è del 19% calcolato su un importo massimo di 250 euro.

Ricordiamo che la detrazione consente di ottenere un risparmio di imposta sottratto dall’Irpef ( imposta sul reddito delle persone fisiche).

Per quali spese di trasporto è ammessa la detrazione spese trasporti?

A questo punto è bene chiarire quali sono le spese che consentono di ottenere la detrazione in oggetto. A chiarire per quali titoli di viaggio è possibile usufruire delle detrazioni è l’Agenzia delle Entrate. La normativa chiarisce che possono essere portati in detrazione i costi sostenuti per abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale sostenuti in proprio favore o per persone fiscalmente a carico, ad esempio l’abbonamento a mezzi pubblici per il figlio.

L’Agenzia delle Entrate chiarisce che per abbonamento deve intendersi un titolo di viaggio che consente di effettuare un numero illimitato di viaggi, per più giorni di un periodo specificato, ad esempio il mese di marzo, e per una tratta determinata, ad esempio l’abbonamento mensile alla metro di Roma.

Ha inoltre chiarito che per trasporto locale, regionale e interregionale deve intendersi il servizio offerto da enti pubblici e da soggetti privati che risultino affidatari del servizio pubblico sulla base di specifiche concessioni o autorizzazioni da parte di soggetti pubblici a prescindere dal mezzo utilizzato, ad esempio treno o autobus.

Non sono detraibili gli acquisti sporadici ed episodici, ad esempio se si acquista un biglietto del treno lo stesso non può essere portato in detrazione. Non possono usufruire del vantaggio fiscale neanche le carte di trasporto integrate, cioè i biglietti per il trasporto pubblico che comprendono anche ulteriori servizi come l’ingresso a musei.

La spesa sostenuta deve essere documentata dal titolo di viaggio o dalla ricevuta del pagamento. Se la ricevuta è intestata a un soggetto diverso da colui che si avvale della detrazione, ad esempio un familiare a carico, deve essere allegata una dichiarazione sostitutiva di atto notorio dalla quale si possa evincere il soggetto che ha sostenuto effettivamente la spesa.

 

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Infine, ricorda che queste sono le detrazioni che è possibile far valere nella prossima dichiarazione dei redditi e relative a costi sostenuti nel 2021, mentre attualmente è possibile anche richiedere il bonus trasporti. Per saperne di più leggi l’articolo:

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