Le regole dell’Inps sul calcolo dell’importo dell’assegno di reversibilità: la guida

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Al decesso di un pensionato al coniuge superstite e in alcuni casi a determinati parenti, spetta la pensione di reversibilità. Si tratta di un assegno mensile che viene erogato alla vedova o ad altri eredi nel momento in cui un proprio parente muore. Le regole e la normativa vigente in materia è assai particolare. Infatti non sempre tale pensione spetta per intero come normativa prevede. Molto dipende dalla condizione reddituale di chi sopravvive al pensionato. Ed ogni anno come prassi l’Inps adegua i limiti reddituali utili alla fruizione della misura.

Compatibilità con redditi da lavoro per l’assegno di reversibilità

Una cosa che pochi considerano in materia di pensioni di reversibilità non è l’incompatibilità tra la prestazione ai superstiti e il lavoro proprio, che è assolutamente possibile, ma l’incidenza del proprio reddito sull’entità dell’assegno. A prescindere dalla tipologia di pensione che il defunto ha lasciato ai superstiti la cumulabilità della prestazione pensionistica con i redditi del lavoro è un fattore determinante. Al contrario della pensione di vecchiaia della pensione anticipata che sono perfettamente cumulabili con i redditi da lavoro e non subiscono l’incidenza del reddito, nella pensione di reversibilità anche se deriva da quelle due misure viene l’importo è determinato proprio in virtù del reddito prodotto dell’attività lavorativa.

Le condizioni da rispettare per un assegno intero

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Esistono però delle condizioni da rispettare, perché la pensione di reversibilità, a differenza di ciò che la legge prevede per le pensioni di vecchiaia o per le pensioni anticipate, è influenzata e di molto dal reddito da lavoro del beneficiario di questa prestazione ai superstiti. I redditi del superstite oltre che sul diritto alla prestazione incidono anche sull’importo della stessa. Proprio il reddito dei superstiti determina l’importo della pensione di reversibilità spettante. Molti eredi non considerano che la pensione di reversibilità è collegata all’importo del trattamento minimo Inps. Il trattamento minimo Inps per il 2022 è pari a circa 524 euro. Ed è proprio questa la cifra da cui scaturisce il calcolo della reversibilità spettante ad un erede. Infatti quando si verifica il decesso di un pensionato o in alcuni casi anche di un lavoratore assicurato ma non ancora pensionato, sia il coniuge che alcuni altri familiari possono beneficiare del trattamento pensionistico.

Le cose a cui prestare attenzione

Occorre però rispettate delle condizioni reddituali. La vedova che lavora deve fare riferimento al trattamento minimo Inps. Proprio la natura della pensione di reversibilità impone l’applicazione di queste rigide regole. Infatti la prestazione non è altro che la tutela che sistema pensionistico italiano da ai familiari più stretti di un defunto. Mettendo a rischio la continuità reddituale di una famiglia infatti la morte di un pensionato viene tutelata dalla pensione di reversibilità. In genere la pensione di reversibilità spetta al coniuge superstite. La pensione di reversibilità al coniuge superstite erogata anche se quest’ultimo lavora.

I tagli della pensione di reversibilità

Nulla cambia se il coniuge superstite o l’eventuale familiare superstite con diritto alla reversibilità, hanno un lavoro autonomo o sono lavoratori dipendenti. Ciò che incide sull’assegno di reversibilità è il reddito, anche da lavoro. Sull’assegno di reversibilità potrebbe scattare una riduzione di importo in base al reddito del superstite. Un autentico taglio di importo che varia al variare dei redditi da lavoro del superstite beneficiario dell’assegno di reversibilità. L’importo della reversibilità, che per il coniuge superstite è in genere il 60% della pensione del defunto, è intero solo con redditi del superstite fino a 20.436 euro. Si tratta di quello che in gergo tecnico si chiama reddito fino a tre volte il trattamento minimo. Se invece il reddito è superiore a 3 volte e fino a 4 volte, cioè tra 20.436 e 27.248 euro, il 60% della pensione del defunto viene tagliata del 25%. Per i redditi più alti di 27.248 euro, e fino alle 5 volte il trattamento minimo che è pari a 34.060 euro, il taglio diventa del 40%. Infine per i redditi più alti la riduzione è pari alla metà.

Nessun taglio per superstiti particolari sull’assegno di reversibilità

Anche in presenza di nuclei familiari superstiti con redditi oltre le soglie prima citate, non si applicheranno tagli e riduzioni in determinati casi. Nel caso in cui oltre al coniuge superstite sono presenti altri eredi, e quindi altri superstiti titolari del diritto alla prestazione, la riduzione di importo non si materializza se trattasi di figli minori di 18 anni o maggiori ma con problemi di invalidità. Per nuclei familiari così compositi nessun taglio di assegno è previsto.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.