Mascherine obbligatorie al lavoro? Si va verso la conferma fino a metà giugno

emergenza covid

Dal primo maggio stop all’utilizzo delle mascherine in molti luoghi dove da mesi il dispositivo di protezione anti Covid era diventata una abitudine ed un obbligo. La mascherina che ha accompagnato gli italiani da oltre due anni di pandemia, ha una importanza ulteriore e rispetto alla semplice protezione dal Covid. La cancellazione dell’obbligo rappresenta inconsciamente, il segnale che il peggio forse è passato. Ma usare il condizionale è obbligatorio, dal momento che contagi e dati dimostrano che la pandemia non è finita e che in vista dell’autunno prossimo potrebbe essere necessario intervenire di nuovo. La cautela è obbligatoria e il governo la adotta come prassi vuole. A tal punto che anche alcune associazioni di categoria stanno ragionando sul non abbassare troppo la guardia a partire proprio dalle mascherine.

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Stop mascherine, ma restano consigliate

Il governo spinge alla cautela ed anche avendo tolto l’obbligo di mascherina in diversi posti, consiglia di metterle in luoghi potenzialmente pericolosi. La responsabilizzazione della popolazione prima o poi doveva essere utilizzata. Il governo ha dato fiducia, ma adesso occorre meritarsela senza adottare comportamenti da liberi tutti che potrebbero scatenare di nuovo un inferno come quello vissuto nei mesi passati dal 2020 al 2022.

E alla cautela del governo forse rispondono anche le aziende, perché come spiega il quotidiano Il Sole 24 Ore, dopo l’ordinanza che ha confermato l’obbligo delle mascherine sui metti di trasporto pubblici, in cinema, teatri e palazzetti al chiuso, anche nella stragrande maggioranza dei luoghi di lavoro potrebbe restare obbligatoria fino a metà giugno almeno.

A dire il vero l’uso delle mascherine è già raccomandato negli uffici pubblici. Ma adesso si dovrebbe arrivare alla conferma sull’utilizzo anche in un ufficio, in un negozio o in una fabbrica. Oggi il governo incontra le associazioni di categoria proprio per valutare il da farsi. L’incontro che nasce per l’esigenza di  sistemare l’ultimo Protocollo sulle misure per il contrasto del Covid nei luoghi di lavoro, dovrebbe dare le risposte ai dubbi che adesso tutti i lavoratori si pongono.

Sono le aziende che chiederanno la conferma dell’obbligo di mascherina nei posti di lavoro

Le associazioni di categoria sembra che siano all’unisono orientate a chiedere al governo Draghi di stabilire l’uso della mascherina per i lavoratori almeno fino al 15 giugno. E probabilmente, come sul Sole 24 Ore sostengono, anche Confcommercio è sulla stesa linea. Naturalmente si parla di luoghi di lavoro in cui un fattore è il contatto con il pubblico. Quindi, supermercati e negozi, centri commerciali e grandi magazzini. Una richiesta che secondo la Confcommercio nasce da una evidenza oggettiva che è quella dell’ancora troppo elevato numero di lavoratori che vengono contagiati quotidianamente. Ma la stessa posizione è quella della Confindustria e della Confesercenti, e per le stesse motivazioni. Anche nelle fabbriche si chiede di mantenere l’obbligo come è accaduto per gli alunni nelle scuole.

Un protocollo da rivedere ed aggiornare,ma sempre sulla cautela anche per le mascherine

Il Protocollo andrà limato anche perché l’ultimo fu sottoscritto il6 aprile del 2021. Magari ci saranno alleggerimenti, in modo tale da differenziare i luoghi di lavoro in base a potenziali assembramenti e dimensioni delle strutture. L’ultimo protocollo anti-Covid negli ambienti di lavoro di oltre 12 mesi fa sottolinea che  in tutti i casi di condivisione degli ambienti di lavoro, al chiuso o all’aperto, è comunque obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche o di dispositivi di protezione individuale di livello superiore. SI dovrebbe estendere ad ogni ambiente di lavoro ciò che il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, ha già determinato per il settore pubblico. Negli uffici pubblici infatti è raccomandato l’uso delle mascherine Fp2 in tutti gli ambienti di contatto con il pubblico dove non siano previste  barriere protettive o per il personale che opera in stanze in comune con uno o più lavoratori.

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Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.