Mentre il costo dei carburanti continua a salire, sebbene sia in pieno vigore la proroga del taglio delle accise fino al giorno 8 luglio e molto probabilmente già nei prossimi giorni ci sarà una nuova proroga, cominciano ad emergere i primi dati sui controlli della Guardia di Finanza annunciati nei mesi scorsi. Ecco i risultati.
Negli ultimi giorni il costo della benzina alla pompa in modalità self, la più economica, ha superato nuovamente quota 2 euro, gli italiani sono in difficoltà, da più parti si invoca un tetto al costo dei carburanti, per ora però sembra certa solo una nuova proroga del taglio delle accise. Già però nei mesi scorsi il Ministro Giorgetti aveva sottolineato che gli aumenti così elevati sono ingiustificati e che molto probabilmente ci sono manovre speculative in atto che portano il prezzo a salire in modo costante.
L’annuncio di nuovi controlli aveva colto tutti un po’ di sorpresa perché il caro carburanti era stato presentato come correlato alla Guerra in Ucraina e alla crisi energetica. Molti di noi hanno pensato che si trattasse solo di un annuncio, in realtà sembra che le cose non stiano così perché dai risultati delle indagini condotte appare evidente che ci siano numerosi comportamenti poco corretti. Naturalmente sono in tanti ad aspettarsi che, rilevate le criticità, ci sia una riduzione importante del costo del carburante, per ora però non appaiono all’orizzonte buone notizie.
Nei primi 5 mesi dell’anno la Guardia di Finanza ha condotto circa 1.300 controlli, di questi la metà ha dato esito negativo. Le scorrettezze più frequenti riguardano la mancata comunicazione dei prezzi al Ministero dello Sviluppo Economico, inoltre sono frequenti i casi in cui emerge un mancato adeguamento dei cartelli con i prezzi esposti a quelli realmente praticati alla pompa, inducendo così in errore i consumatori.
Diciamo che queste possono essere considerate le violazioni più comuni e meno gravi, sebbene vadano ad alterare il mercato. Queste violazioni non consentono al Ministero di vigilare correttamente sui prezzi e non permettono al consumatore di effettuare acquisti consapevoli basandosi sui prezzi esposti spesso non coincidenti con quelli realmente praticati.
Non mancano però anche violazioni più gravi, infatti la Guardia di Finanza durante i controlli ha rilevato frodi, manovre anticoncorrenziali e pratiche commerciali scorrette.
Dai controlli effettuati sono emerse anche frodi fiscali con imposte evase per un valore di 230 milioni di euro, durante le attività di controllo la GdF ha proceduto al sequestro di 630 tonnellate di carburanti.
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