In questa rapida ma esaustiva guida faremo chiarezza sulle possibilità di perdita in termini economici di coloro che ricorrono al congedo straordinario, della legge 104, sulla propria pensione. Scopriamolo nei prossimi paragrafi.
Innanzitutto, è bene fare chiarezza sul punto cruciale di questa questione, ovvero cosa vuol dire il congedo straordinario, inerente alla legge 104.
In maniera molto essenziale, possiamo dire che il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro retribuito che viene concesso ai lavoratori dipendenti, i quali assistono familiari con disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104.
Tutto ciò, per un massimo di 24 mesi indennizzato come se lo stesso periodo fosse stato lavorato.
Stando a quanto detto nel paragrafo precedente, va aggiunto che l’ assenza è coperta da contribuzione figurativa, con l’Inps che prende carico della spesa necessaria in modo che il congedo straordinario possa ritenersi valido ai fini della pensione.
Tutto ciò, però, non vuol dire che durante il congedo straordinario non ci sia alcuna perdita sulla pensione, anzi.
come è previsto per la retribuzione, in egual misura per il versamento della contribuzione figurativa vi è posto un limite oltre il quale non è possibile andare.
Vediamo, dunque come e quando si rischia di perdere soldi sulla propria pensione, ricorrendo al congedo straordinario.
Come detto poco sopra, durante il periodo di fruizione del congedo straordinario per assistere familiare con handicap grave, il lavoratore ottiene il diritto alla copertura contributiva figurativa e proprio per questo motivo tale periodo è valido anche a livello pensionistico.
Di fatto, i contributi figurativi sono validi sia per raggiungere i requisiti di pensionamento ed anche per il calcolo dell’assegno pensionistico. Pertanto, il lavoratore, nella gran parte dei casi, sul versante pensionistico non perde nulla.
Ma troviamo in tal caso alcune considerazioni da fare, poiché ci sono comunque possibilità di ricevere una decurtazione sulla pensione futura a causa del congedo utilizzato.
Ciò accade anche se l’accredito di contributi figurativi non abbassa l’importo della pensione, poiché per il congedo straordinario è fissato un limite oltre il quale non è possibile andare.
Per fare un esempio, se in un suddetto periodo spetta un’indennità pari al 100% della retribuzione totale, entro un certo tetto massimo appunto che nel 2022 è pari a 37.341 euro (102,30 euro al giorno).
In base a quanto riconosciuto va poi calcolata la contribuzione dovuta, che è pari al 33% della retribuzione globale. Su questa troviamo ugualmente un limite che non può essere superato.
Un limite rivisitato ogni anno, ad esempio dal primo gennaio 2022 la soglia massima di contributi figurativi riconoscibili ammonta a 12.322,53 euro annui.
Nei casi in cui il lavoratore abbia una retribuzione lorda inferiore all’importo visto poc’anzi, l’indennità annua sarà più bassa e in qualunque caso la sua copertura figurativa risulterà completa.
A tal punto, la contribuzione diviene penalizzante per la pensione solo in caso in cui la retribuzione lorda del lavoratore ecceda i 37 mila euro l’anno, poiché in tal caso l’indennità massima riconosciuta sarà sempre pari all’importo massimo di 37.341 euro, mentre i contributi figurativi non potranno comunque superare i 12.322,53 euro. L’eccedenza, invece, verrebbe persa.
Questo è, dunque, quanto di più utile ed essenziale da sapere in merito alla questione legata alle perdite possibili, sulla pensione, per chi usufruisce del congedo straordinario della legge 104.
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