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Contratto di comodato: conviene registrarlo?

Cosa si intende quando si parla di contratto di comodato d’uso e in che modo viene registrato, ma soprattutto conviene farlo? Queste curiosità sulla questione saranno affrontate nella nostra rapida guida.

Contratto in comodato d’uso: come funziona

Il contratto di comodato d’uso gratuito, è sostanzialmente, un contratto avente effetti reali in cui il comodante affida un immobile o una cosa mobile al comodatario, per un periodo determinato senza il pagamento di un corrispettivo.

Andiamo, dunque a vedere i vantaggi e le modalità di registrazione del contratto di comodato d’uso gratuito per un bene mobile registrato o un immobile.

Basilarmente, l’intento del contratto è quello di mettere a disposizione del comodatario un bene affinché se ne usufruisca per un periodo o un uso determinato. Il comodatario si assume l’obbligo di restituire la stessa cosa ricevuta alla scadenza del termine convenuto. Si tratta di un tipo di contratto molto diffuso nella pratica:

  • Sia in ambito privato. Nel caso di dare un immobile o una autovettura ad un familiare;
  • Sia in ambito commerciale. Per esempio per macchinari e attrezzature ed utilizzato sia da imprese che da liberi professionisti.

Caratteristiche del contratto

Il contratto di comodato d’uso si identifica con le caratteristiche seguenti:

  • E’ gratuito. Se fosse pattuito un corrispettivo, si ricadrebbe nello schema del contratto di locazione o dell’affitto;
  • Carattere reale. Il contratto, infatti, si perfeziona con la consegna della cosa;
  • Bilaterale imperfetto. Datosi che di regola, l‘obbligazione sorge solo a carico del comodatario, il quale deve restituire il bene oggetto di comodato. Mentre l’obbligazione a carico del comodante è solo eventuale.
  • Avente ad oggetto, di regola, cosa infungibile. Fa eccezione qualche caso in cui il contratto può prevedere anche la consegna di beni fungibili o consumabili. Tuttavia, in questi casi, il comodatario è tenuto ad evitare che la cosa consegnatagli venga consumata.

Nel prossimo paragrafo andiamo, dunque a vedere il nocciolo della questione.

Conviene registrare il contratto in comodato d’uso?

Veniamo, dunque alla questione centrale della nostra guida: ovvero, se conviene o meno registrare tale contratto.

Possiamo dire che Registrare il comodato è ritenuto opportuno ogni volta in cui si teme che tra le parti possano sopraggiungere incomprensioni e litigi. Per l’appunto, il comodato registrato consente di utilizzare la scrittura in un eventuale giudizio in tribunale. Prendiamo il caso di un contratto di comodato allegato a un contratto di locazione con cui il padrone di casa concede l’uso della mobilia: se dovessero presentarsi contestazioni in merito alle condizioni dei beni all’atto del rilascio dell’appartamento, il comodante che abbia registrato la scrittura avrebbe modo di agire contro l’ex inquilino.

Va aggiunto inoltre, per quanto attiene al comodato di immobile, che la registrazione è utile per poter fissare una data di rilascio certa e predefinita. Questa, infatti, dovrà risultare per iscritto e, come anticipato, il comodato di immobili scritto va registrato entro 20 giorni.

Cosa può accadere se il comodato di immobile non dovesse essere scritto e quindi non registrato?

In ultima questione, vediamo cosa accade in caso di mancata registrazione del contratto.

L’ipotesi più frequente, in tali casi, è quella del genitore che presta il proprio appartamento al figlio affinché vi vada a vivere con la compagna o la moglie. Se la coppia dovesse avere bambini e un giorno dovesse separarsi, il giudice – in mancanza di una data di scadenza posta sul comodato scritto – può assegnare l’appartamento alla madre, benché di proprietà dei suoceri. Questi ultimi quindi perderebbero la disponibilità dell’immobile. 

Questo, dunque è quanto vi fosse di più utile e necessario da sapere in merito alla questione relativa ai contratti in comodato d’uso e alla loro registrazione.

 

Davide Scorsese

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