Embargo al petrolio russo, quali sono le conseguenze per l’Italia

Embargo al petrolio russo riguarda solo il greggio trasportato via mare, ma quali sono le conseguenze per le nostre raffinerie?

Embargo al petrolio russo, la decisione dell’Unione Europea

I 27 stati membri dell’Unione Europea hanno preso una decisione chiara contro Mosca. Infatti hanno approvato il sesto pacchetto di sanzioni europee che prevede lo stop al greggio e ai prodotti raffinati trasportati via mare. Embargo che sarà operativo tra circa 8 mesi. Tuttavia ci sia chiede quali saranno gli effetti sulle famiglie, le imprese e soprattutto nelle raffinerie che lavorano prodotto russo in Italia.

Al solo annuncio di questo scenario il costo del petrolio è aumento, arrivando a toccare 119.9 dollari al barile. Ad oggi il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 1.914 euro al litro. Mentre il diesel è a 1.831 euro a litro. Quanto al servito per la benzina il prezzo medio aumenta a 2,049 e il diesel servito a 1.973. Tuttavia non si esclude la possibilità di continuare a intervenire sulle accise. Infatti l’idea è quella di garantire una riduzione di 30 centesimi al litro tagliando proprio le accise.

Pericolo per la raffineria di Priolo Gargallo in Sicilia

In Sicilia, a Priolo Gargallo, provincia di Siracusa c’è una raffineria che lavora il petrolio russo. L’impianto Isab di Lukoil è l’ultima raffineria costruita ed avviata in Italia. La raffineria è di proprietà della russa Lukoil, impresa non soggetta a sanzioni ma costretta a comprare petrolio russo per lo stop delle banche al credito. Inoltre la Raffineria ISAB è caratterizza da una spiccata flessibilità nella lavorazione delle materie prime. Oltre 50 differenti qualità di Grezzo vengono infatti sistematicamente prese in considerazione per la definizione del piano di lavorazione della Raffineria.

Purtroppo però la scelta dell’Unione Europea di imporre un embargo per il petrolio russo proveniente dal mare, potrebbe mettere in difficoltà la raffineria. Tanto che qualcuno parla anche di chiusura. Un’ipotesi molto catastrofica perché equivarrebbe a 10 mila posti di lavoro perso. Un colpo per l’economia dell’intera isole e soprattutto per le famiglie dei dipendenti. Visto che Priolo Gargallo è proprio il polo per eccellenza della Sicilia, ma anche molto importante per tutta Italia. I sindacati sembrano comunque già pronti a interpellare il Governo.

Le altre conseguenze per l’Italia

L’Italia in merito a gas e petrolio è totalmente dipendente da altri stati. Per questo motivo, sta cercando di chiude accordi con altri Paesi ed evitare la dipendenza dal Mosca. Tanto è vero che sono stati chiusi accordi con il Congo, l’Africa del Nord, l’Algeria perché se da una parte l’indipendenza della Russia sarà lunga, è anche inevitabile. Anche il piano RepowerUe potrebbe comunque essere un programma importante per aiutare il nostro Paese a migliorare la sua capacità di produzione di energia solare.

Tanto che anche Biden, il Presidente degli Stati Uniti, sta cercando di ottenere dai Paesi Arabi la possibilità di aumentare la produzione. Ma in Italia molta della nostra logistica e i trasporti sono su gomma. Quindi occorre avere il prima possibile un abbassamento del costo della benzina, del diesel e del metano. Quello che si rischia, se non si trovano altre strategie, è quello di avere una paralisi nel settore.

 

 

 

 

Francesca Cavaleri

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