L’argomento di cui trattiamo oggi interessa moltissimi lavoratori soprattutto in questo particolare periodo dell’anno. Con l’arrivo dell’estate infatti si entra nel periodo che in genere viene dedicato alle ferie. Il lavoratore dipendente che va in ferie ha diritto ad ottenere la giusta retribuzione. Le ferie poi sono un diritto inalienabile che quindi non può essere negato ai lavoratori. La novità invece arriva dalla UE che ha stabilito, come si legge su sito “laleggepertutti.it”, che il salario del lavoratore dipendente durante le ferie non può essere mai inferiore a quello normale durante i periodi di lavoro.
Come dicevamo in premessa, le ferie sono un diritto che nessuno può negare al lavoratore. Non può farlo nemmeno il datore di lavoro. E nemmeno per le esigenze più impellenti a livello di produttività o di attività dell’azienda. In buona sostanza, nessuna deroga, perché non esistono motivi che possono limitare le ferie per un lavoratore. Il diritto alla salute è la motivazione che anche a livello costituzionale tutela il lavoratore che deve godere del giusto riposo durante un anno di lavoro. Il lavoratore matura quattro settimane di ferie all’anno, e queste sono quelle spettanti per ogni anno intero di lavoro svolto.
Di queste quattro settimane, due vanno prese nell’anno di maturazione, e devono essere date consecutivamente. Le altre due settimane invece possono essere anche posticipate e spostate nel tempo. Resta il fatto che le altre due settimane devono essere concesse al lavoratore entro i 18 mesi dal 31 dicembre dell’anno di maturazione delle stesse. Per questo, le ferie maturate nel corso del 2020, e non ancora fruite le lavoratori, andrebbero sfruttate entro il 30 giugno prossimo.
Fatta questa premessa, parlare della retribuzione spettante ai lavoratori durante questo periodo è strettamente necessario. In primo luogo la Legge sottolinea che non è possibile sostituire denaro alle ferie. In pratica le ferie non posso essere monetizzate. Questo perché il lavoratore deve sempre fruire delle ferie per una questione di salute. Solo nel caso in cui l’interruzione di un rapporto di lavoro, a prescindere dalla motivazione, sopraggiunga prima che il lavoratore abbia sfruttato i giorni maturati e spettanti, le ferie possono essere trasformate in denaro
“Un contratto nazionale non può prevedere il diritto per il datore di lavoro di pagare meno un dipendente che sta in vacanza, contrastando così il dettato europeo”, e ciò che si legge sul sito prima citato ed è ciò che ha stabilito la Comunità Europea a Bruxelles. il nuovo indirizzo europeo quindi sottolinea che i datori di lavoro non possono pagare di meno un lavoratore solo perché è in ferie. E non c’è documento collettivo e quindi non c’è settore lavorativo dove questa precisa regola può essere disattesa, perché non esistono droghe come la Corte di Giustizia Europea ha ben sancito da tempo.
Nuovi dettami normativi da parte della UE che anche la Cassazione ha recepito. Infatti gli ermellini della suprema Corte hanno così corretto il tiro. Ed hanno modificato il loro modo di orientarsi che si evidenziava da tempo in base a sentenze precedenti. Da questo momento quindi non esistono ferie che possono essere retribuite in misura inferiore allo stipendio ordinario di un lavoratore. La novità è molto importante perché fino ad oggi i datori lavoro erano soliti eliminare dallo stipendio percepito dal lavoratore durante il periodo del meritato riposo, alcuni emolumenti occasionali del rapporto di lavoro. Tipici esempi sono gli emolumenti accessori che vanno dal lavoro straordinario al lavoro notturno.
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