Il giorno 8 luglio scade il taglio delle accise sui carburanti, ma per gli automobilisti potrebbero esservi buone notizie. Sembra certa la proroga, ma si sta studiando l’ipotesi di un aumento del taglio. Ecco perché.
L’aumento del costo dei carburanti è diventato ormai di non facile gestione, infatti nonostante da mesi sia in vigore il taglio delle accise di 30 centesimi, da giorni siamo costantemente sopra i due euro per la benzina. Oggi il prezzo medio in modalità self service è di 2,075 al litro, la differenza tra i vari fornitori è tra 2,066 e 2,085 euro/litro. Si può quindi cercare una stazione di servizio più economica, in quelle senza marchio, non molte, il prezzo medio è 2,061 euro.
Sale anche il prezzo del diesel che nei giorni scorsi comunque era rimasto sotto la soglia dei due euro, mentre oggi è in media a 2,030 euro al litro, sempre in modalità self. Tra le varie stazioni oscilla tra 2,026 e 2,046 euro/litro. Naturalmente il prezzo in modalità servito è molto più alto per entrambe le tipologie di carburante.
Proprio per questo motivo è allo studio l’ipotesi non solo di prorogare il taglio delle accise per due mesi e quindi fino a settembre, ma anche di potenziarlo. Questo sarebbe possibile grazie all’extra-gettito fiscale derivante dall’Iva applicata sui carburanti. L’extra-gettito fiscale ha creato un piccolo tesoretto nelle casse dello Stato. Il gettito delle imposte indirette è aumentato del 18,10%. Sem,bra che vi sia una disponibilità di 5/6 miliardi di euro che dovrebbero finanziare il taglio delle accise per i mesi prossimi. Con un taglio di 30 centesimi occorrono 1,16 miliardi al mese per coprire il taglio. Proprio per questo circolano voci circa un taglio più deciso e che consenta di riportare nuovamente il costo dei carburanti sotto i 2 euro al litro.
Naturalmente è tutto da verificare, infatti, deve essere confermato anche il taglio degli oneri di sistema sulla bolletta energetica, e mantenere un certo margine di autonomia per eventuali interventi straordinari visto che la crisi in Ucraina non sembra terminare e nel frattempo la Russia ha tagliato le forniture di gas all’Italia.
Naturalmente su questo piccolo tesoretto sono in molti a puntare, infatti una parte dovrebbe andare anche come credito di imposta in favore delle imprese energivore e gasivore.
Nel frattempo entro il 30 giugno le maggiori entrate indirette devono essere certificate attraverso l’assestamento di bilancio.
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