Il razionamento dell’acqua potrebbe essere una scelta difficile, ma obbligatoria. Ma ci sono anche dei progetti per risolvere il problema.
Il razionamento dell’acqua è una delle scelte che presto molti comuni italiani potrebbero adottare. Addirittura con uno stop di erogazione nella notte. Il Presidente della Regione Lazio, Zingaretti, ha già chiesto lo stato di calamità per la sua regione. Anche Lombardia e Piemonte sono allo stremo. Ma in tutta Italia il problema siccità coinvolge anche il settore agricolo con danni ingenti per le relative imprese. Anche in Emilia Romagna si teme per le piantagioni di pomodoro, mais ed ortaggi.
Il caldo da oltre 100 giorni ha reso il Po in secca. Sembra che il livello dell’acqua sia sotto i minimi storici. La situazione non promette bene, tanto che adesso anche le forze politiche stanno ponendo l’attenzione al problema. Così si è pensato di chiedere aiuto al Comitato del lago di Garda. Il lago più grande di Italia, nonostante la siccità è riuscito a tenere bene, grazie ad una politica di risparmio dell’acqua messa in atto negli ultimi tempi. Ma i comuni del lago hanno risposto con un secco NO, per non rischiare di mandare in fumo tutto il lavoro fatto fino ad oggi.
Una soluzione arriva dall‘Anbi, Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue. Insieme a Coldiretti hanno ideato un “piano laghetti” diffuso in tutto il Paese. Si tratta di riserve che si accumulano durante il periodo invernale, e poi si usa la stessa acqua nel periodo estivo per far fronte alla siccità. Tuttavia per avviare il progetto in tutta Italia occorrono maggiori risorse per realizzare piccolo e medi bacini di raccolta e recupero dove possibile di vecchie cave. Il progetto prevede anche la possibilità di istallare sui laghetti impianti fotovoltaici galleggianti per produrre energia pulita e rinnovabile, come ci richiede anche l’Unione Europea.
Ma questa idea non è l’unica, perché c’è attenzione anche alle acque refue. Le “acque reflue“, o acque di scarico, sono le acque utilizzate nelle attività umane, domestiche, industriali o agricole, che per questo motivo contengono sostanze organiche e inorganiche che possono recare danno alla salute e all’ambiente. Anche in questo caso l’Unione Europea ci chiedere di prendere, pulire e riutilizzare in agricoltura.
Importante anche la collaborazione tra i gestori di invasi idroelettrici sia in Italia che all’estero. E’ il caso della Lombardia che punta alla Svizzera per il bacino del Ticino. Ma occorre capire le portate, e la quantità di acqua che serve per evitare la desertificazione che sta sempre più preoccupando l’Italia e non solo.
Quello che ci aspetta è un’estate molto calda, in cui dovremmo limitare non solo l’uso del gas e dei condizionatori, ma anche quello dell’acqua. Le città puntano al razionamento dell’acqua vietando la possibilità di riempire, ad esempio, le piscine private. Ma l’acqua dovrebbe essere usata solo per bisogno primari di famiglie ed imprese.
Tuttavia anche nel nostro piccolo tutti dovremmo contribuire. Ad esempio basta non fare il bagno in casa, ma una semplice doccia veloce. Chiudere il miscelatore quando ci si insapona, oppure si lavano i denti e chiudere sempre bene tutti i rubinetti di casa. Riparare eventuali perdite in casa, come lo scarico, potrebbe essere comodo. Anche lavare le verdure a mollo e non con l’acqua corrente potrebbe essere di aiuto.
Anche l’acqua che si utilizza per preparare la pasta potrebbe essere riutilizzata, una volta raffreddata, per innaffiare le piante in balcone o anche per lavare le stoviglie, evitando di fare correre litri e litri di acqua. Perché sono piccoli gesti, che potrebbero fare la differenza, se cominciassimo tutti a cambiare abitudini, anche quelle quotidiane.
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