Ucraina in Unione Europa, molti stati pronti a dare Si

Ucraina in Unione Europa, potrebbe essere presto realtà. E la Russia sembra essere favorevole, perché non sarebbe un’alleanza militare.

Ucraina in Unione Europa, la meta possibile

Si continua a combattere su tutti i fronti in terra Ucraina. La guerra tra Russia ed Ucraina non vede una fine, almeno nel breve periodo. Tuttavia sono molte le manifestazioni di appoggio alle popolazioni di Kiev, da parte del resto del mondo. Il Presidente Draghi, Macron e Scholz hanno deciso di recarsi a Kiev per incontrare il presidente Zelensky. E li hanno avuto modo di vedere i segnali del bombardamenti e le ingiustizie della guerra. I tre leader europei hanno portato un simbolo di pace e di unione di popoli.

Il mondo è dalla parte dell’Ucraina, secondo Draghi. E i tre hanno già detto che contribuiranno alla ricostruzione della città e pronti ad aiutare il popolo. Nel frattempo Kiev ha presentato all’Unione Europea la richiesta per farne parte. Nella speranza anche che la Russia cominci a pensare di lasciar perdere l’operazione e ripristinare la pace all’interno del continente europeo.

Ucraina in Unione Europea, gli aiuti continueranno

L’Ucraina vuole entrare in Unione Europea perché ha bisogno di aiuto. Anche il numero uno della Nato ha confermato il sostegno al popolo ucraino. Mentre Biden (presidente Americano) ha inviato armi a Kiev affinché possa continuare a difendesi contro una guerra ingiusta. L’Unione Europea si stringe sempre più all’Ucraina ed il Si all’ingresso negli accordi europei potrebbe arrivare ben presto.

Ma se l’Ucraina dovesse entrare in Unione Europea, e la Mosca dovesse nuovamente attaccare, i Paesi membri si troveranno coinvolti. Gli Stati dell’Unione sarebbero chiamati a intervenire ai sensi delle clausole di solidarietà e mutua assistenza dei Trattati europei. Quindi il conflitto diventerebbe di una portata non inferiore a quello mondiale, come la storia ci insegna. Mentre continua il braccio di ferro tra Russia ed Europa sulle materie prime e sull’energia.

La reazione della Russia e lo stato delle candidature

Putin non sembra particolarmente preoccupato della candidatura della sua nazione nemica. Anche perché potrebbe essere solo un’alleanza di tipo politico e non militare. Inoltre secondo il Presidente russo l’Europa ha perso la sovranità politica ed economica. Del resto i pacchetti adottati sono, secondo Putin, inefficaci. Così il presidente russo Vladimir Putin alla plenaria del forum economico di San Pietroburgo. L’economia russa non presenta cedimenti, ma si risponde con la riduzione delle disponibilità di gas.

Nonostante sia arrivato il Si da parte della Commissione, adesso occorre quella del Consiglio europeo. Bruxelles accelera per l’ingresso in comunità, anche se a volte si tratta di un percorso lungo. Come ad esempio la Polonia che ha dovuto attendere 10 anni il processo di integrazione. Infine si ricorda che, secondo le norme attuali per aderire all’Unione uno stato deve:

  • essere uno Stato europeo (articolo 49 del Trattato sull’Unione Europea);
  • rispettare i principi di libertà, di democrazia, di rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, nonché dello Stato di diritto (art. 6 TUE);
  • rispettare una serie di condizioni economiche e politiche conosciute come criteri di Copenaghen.

Al momento ci sono sette paesi ufficialmente candidati all’adesione: Turchia (candidata dal 1999), Macedonia del Nord (candidata dal 2004), Montenegro (candidato dal 2010), Serbia (candidata dal 2012), Albania (candidata dal 2014), Ucraina (candidata nel 2022) e Moldavia (candidata nel 2022).

Francesca Cavaleri

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