Che fine faranno i meccanici con le nuove auto elettriche? Il problema spesso sottovalutato

meccanici

C’è un’intera categoria di lavoratori a rischio ma nessuno ne parla. È tutto dipende da quello che ormai è il progetto dello Stato italiano relativo alla mobilità su quattro ruote. L’elettrificazione forzata delle auto, cioè la cosiddetta transizione elettrica che presto porterà ad un cambiamento radicale delle auto in circolazione è un argomento di discussione ormai da mesi. Ma le problematiche dei costruttori e dei clienti che devono andare a comprare queste macchine non sono che la punta dell’iceberg. Si è sempre trascurato un altro lato. Parliamo delle officine, e dei lavoratori di questo settore lavorativo.

La transizione elettrica mina anche i meccanici

Fabbriche, industriali, operai e clienti, ma non solo. Anche i meccanici delle officine subiranno il contraccolpo di questa rivoluzione. Con il passaggio dalla mobilità a combustione a quella elettrica, il settore dell’automobile sarà completamente rivoluzionato. Infatti il governo ha deciso di spingere verso questa mobilità sostenibile, ha impatto zero come misura antinquinamento. E le case costruttrici si stanno adeguando, per arrivare alla data del 2035, con lo stop totale alla produzione e commercializzazione di auto a benzina e diesel. E sono iniziate le polemiche, perché i costruttori si lamentano di un concreto aumento dei costi di produzione, con le spese che inevitabilmente aumenteranno. Questo anche alla luce del fatto che va rivoluzionato completamente il meccanismo industriale.

I problemi occupazionali degli operai ma anche dei meccanici delle piccole officine

D’altro canto gli operai delle fabbriche, a partire dai sindacati che li rappresentano, lamentano un problema in più che è quello occupazionale. Probabilmente, ci sarà bisogno di meno manodopera per produrre un’auto a trazione elettrica rispetto a quella che serviva per le auto tradizionali a benzina e gasolio. Inevitabilmente si parla di tagli di personale e di posti di lavoro a rischio. Lo stesso che si rischia nelle autofficine, piccole e grandi che siano, soprattutto se private e non collegate alle case costruttrici come ufficiali.

Auto elettriche, le problematiche dei clienti

E poi c’era la questione del cliente finale, cioè l’utente che dovrebbe comperare l’auto elettrica. Prima di tutto c’è il costo troppo elevato di queste auto, che non è paragonabile ai prezzi che si trovano oggi sulle auto a benzina e gasolio. Senza considerare il fatto che verrà a mancare una grossa fetta di mercato che è quello delle auto usate. Inoltre sulle auto elettriche oggi si manifesta soprattutto un problema di percorrenza. Sembra infatti che con un pieno di energia elettrica in un’auto di ultima generazione si percorrono meno chilometri rispetto ad un pieno di benzina e gasolio appunto. Inoltre c’è la questione dei punti di ricarica, che ancora oggi sono carenti in Italia. E dai progetti in atto sembra che difficilmente si arriverà ad una diffusione a macchia d’olio di questi distributori come invece oggi esistono quelli di benzina e gasolio. Infine il costo dell’energia elettrica, forse insieme proprio ai carburanti di oggi, il prodotto che più è aumentato in questi lunghi mesi di grave crisi economica.

La questione dei meccanici

Ciò che fino ad oggi era poco considerato, ma che rappresenta una problematica per così dire sottotraccia, è relativa alle tante officine meccaniche in giro per il paese. La transizione elettrica finirà con l’impattare anche su queste tante officine e sui tanti lavoratori di questo settore. I meccanici sono quelli che oggi hanno a che fare con le auto tradizionali e che sono specialisti proprio su questo. Con l’avvento delle auto elettriche, le tante officine private in giro per il paese saranno inevitabilmente penalizzate. Prima di tutto perché occorrerà tempo e investimenti per capire la nuova generazione meccanica e adeguarsi invertendo la tendenza che adesso li vede primeggiare su diesel gasolio. Dovranno prima di tutto dotarsi di nuove tecnologie e nuovi strumenti, idonei alle nuove auto elettriche. E poi occorrerà tempo per capire la nuova generazione di auto. Per capire come sistemarle, come aggiustarle in caso di guasto.

Tutto il processo della transizione finirà con il penalizzare i piccoli meccanici

Va anche detto che sicuramente i costruttori di auto elettriche ai loro clienti, in sede di acquisto di un’auto nuova, pretenderanno la visita periodica (anche per la garanzia), nelle concessionarie autorizzate. Che saranno inevitabilmente le prime a sapere come e quando mettere mano sull’auto. Come si sa le riparazioni presso le officine dirette delle case costruttrici sono più costose. Inevitabile che gli acquirenti delle nuove auto elettriche non troveranno altro da fare che recarsi in queste officine per aggiustare l’auto di ultima generazione. E qui nasce la crisi inevitabile a cui andranno incontro i meccanici e le officine private. Non sarà un settore enorme come occupazione paragonabile a quello delle fabbriche di auto, ma è pur sempre una parte importante del tessuto produttivo ed economico italiano. Anche perché nelle piccole officine crescono i meccanici i romani, con tanti ragazzi che si avvicinano alla professione proprio in questo genere di officine di quartiere.

La CNA grida l’allarme e chiede intervento del governo

È la CNA, associazione dei lavoratori, che grida l’allarme. La CNA sottolinea che con l’arrivo delle auto elettriche, cambierà tutto per migliaia di lavoratori. Cambierà tutto il pacchetto delle competenze e delle strumentazioni necessarie per il lavoro delle auto-riparazioni. Adesso è impossibile che il governo faccia un passo indietro o che si torni ad una meno radicale transizione elettrica. Ma la CNA interviene chiedendo al governo di considerare anche queste problematiche, di questo genere di lavoratori che magari qualcuno non ha considerato. Nelle analisi delle cose che vanno e delle cose che non vanno sulla transizione, anche questo spaccato è rilevante. In sostanza non bastano gli incentivi per l’acquisto delle auto elettriche o una forma di sostegno sotto forma di finanziamenti alla casa costruttrice. Serve scavare a fondo nelle problematiche di un intero settore industriale che rischia davvero di non essere più come oggi, con salvaguardie per tutti gli addetti al settore.

Informazioni su B. A. 335 Articoli
Sindacalista, operatore di Caf e Patronato, esperto in materia previdenziale, assistenziale, lavorativa e assicurativa. Da 25 anni nel campo, appassionato di scrittura e collaboratore con diversi siti e organi di informazione.