Per crescere, per espandersi ed anche per entrare sul mercato di riferimento proponendo prodotti e servizi spesso innovativi, le imprese e le start-up possono decidere di unire le forze. E nel farlo possono condividere non solo le informazioni, ma anche le idee e le conoscenze acquisite.
Quando tutto questo avviene si parla di crowdsourcing che rappresenta, in tutto e per tutto, una forma di collaborazione ottenendo alcuni vantaggi non indifferenti. Vediamo allora, proprio per il crowdsourcing imprese, come funziona nel dettaglio la condivisione di informazioni e di idee.
Per le imprese e per le start-up, il crowdsourcing può generare tanti potenziali vantaggi a partire dalle economie di scala, passando per la riduzione dei costi. Ed il tutto con l’obiettivo di massimizzare il potenziale di un’impresa o di una start-up grazie alla condivisione di informazioni e di idee.
Una condivisione che in genere avviene attraverso gli strumenti di comunicazione e di collaborazione digitale. Quando si parla di crowdsourcing, infatti, lo sviluppo di progetti e di idee condivise, tra le imprese e le start-up, è improntato sulla co-creazione. Nell’andare a sfruttare fonti esterne, inoltre, molte imprese e molte start-up possono eventualmente risolvere delle problematiche interne non solo in maniera più veloce, ma anche più efficace.
La condivisione di idee e di conoscenze, inoltre, sta alla base di molte imprese che operano online. Basti pensare, per esempio, all’enciclopedia Wikipedia. Ma anche a portali che sviluppano la propria attività grazie alle conoscenze ed alle informazioni fornite da terzi. Così come avviene, per esempio, per il sito e per l’app di recensioni Tripadvisor.
Quindi, il crowdsourcing spesso non solo è strategico, ma è anche essenziale per le imprese che puntano o che hanno bisogno di coinvolgere i loro clienti. Così come il crowdsourcing può permettere di raccogliere fondi più velocemente, ed in tal caso si parlerà di crowdsourcing.
Allo stesso modo, molte aziende di software mettono a disposizione liberamente i propri applicativi, quasi sempre in versione beta, per farli testare direttamente al pubblico e quindi alla potenziale base dei clienti. Ed in tal caso si parlerà di crowdtesting.
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