I ministeri dell’Economia e della Transizione Ecologica hanno diramato un comunicato con cui si rende noto che attraverso un decreto interministeriale si è provveduto alla proroga al 21 agosto 2022 del taglio delle accise sui carburanti di 30 centesimi. Si tratta di un ultimo atto prima che le Camere siano sciolte?
Sicuramente si tratta di una buona notizia, ma potrebbe nascondere altro. Attualmente il taglio delle accise sui carburanti è in vigore fino al giorno 2 agosto attraverso il decreto Aiuti. Le previsioni dicevano che una proroga del taglio ulteriore e a copertura del periodo in cui gli italiani si spostano di più per le ferie, a cavallo di Ferragosto, sarebbe arrivato con il decreto Luglio che dovrebbe in teoria arrivare a giorni e i cui contenuti sono già stati in parte anticipati. Naturalmente tutto si gioca nella giornata di domani, quando Draghi dovrà fare comunicazioni alle Camere, partendo dal Senato, in merito alle dimissioni presentate al Presidente della Repubblica e da questi rigettate.
A chiedere un ripensamento a Draghi sono in molti, dai vertici europei al Presidente degli Stati Uniti d’America, passando per circa 1000 sindaci che hanno presentato una lettera per chiedere all’attuale Presidente del Consiglio di non dimettersi.
Draghi aveva però annunciato che senza l’appoggio del M5S si sarebbe dimesso e che le dimissioni sarebbero state irrevocabili, il mancato voto della fiducia alla conversione del decreto Aiuti, ha fatto traboccare il vaso.
Questo vuol dire che domani, mercoledì 20 luglio 2022, pur potendo godere di un’ampia maggioranza, non è detto che Draghi decida di continuare a guidare il Paese. D’altro canto Enrico Letta, segretario del Pd, ha dichiarato che senza Draghi si va al voto, cioè che il Pd non ha intenzione di votare la fiducia a un Governo non diretto dall’attuale Presidente del Consiglio. È comunque difficile immaginare una larga maggioranza di partiti così etorogenei intorno a un’altra figura (tecnica o politica).
Questo vorrebbe dire ritornare alle urne, nell’attesa del voto e della formazione di un nuovo Governo, l’attuale composizione dovrebbe gestire l’ordinaria amministrazione che però non può comprendere, secondo molti, il taglio delle accise e altri provvedimenti importanti.
Ecco perché la fretta di prorogare il taglio delle accise fino al 21 agosto 2022 non con un decreto legge, ma con un decreto interministeriale potrebbe essere indice di una reale intenzione di Mario Draghi di confermare le sue dimissioni e quindi il ritorno al voto. Secondo la prevalente tesi dei costituzionalisti, una volta sciolte le Camere, non sussistendo più il rapporto di fiducia, il Governo dovrebbe limitarsi alla sola gestione delle urgenze che siano realmente tali. Non rientrerebbe una proroga del taglio delle accise perché di fatto il prezzo alle stelle dei carburanti è cosa nota da mesi e infatti si è proceduto fino ad ora con proroghe dei tagli con gestione dell’extragettito fiscale.
Gli scenari che potrebbero aprirsi domani sono numerosi, infatti c’è chi sostiene, come il costituzionalista Marco Olivetti, docente alla Lumsa che potrebbe verificarsi il più probabile è che il Presidente Mattarella possa sciogliere le Camere ( che dovrebbero comunque gestire l’ordinaria amministrazione) e in attesa del voto resti in carica Mario Draghi come Presidente del Consiglio, naturalmente a Camere sciolte i poteri sarebbero pochi.
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