Povertà assoluta, i numeri sono triplicati rispetto al 2005

La povertà assoluta registra numeri triplicati rispetto al 2005. A dirlo è l’Istat che evidenzia uno scenario economico  poco rassicurante.

La povertà assoluta, il rapporto annuale dell’Istat

Secondo il rapporto annuale dell’Istituto nazionale di statistica il numero degli individui in povertà assoluta è triplicata. Infatti considerando gli anni dal 2005 al 2021, sono circa 5.6 milioni,  il 9.4% del totale. Si tratta della povertà assoluta, quella più estrema, quella più dura. In questo tipo di condizione si ha una grande difficoltà ad avere anche le risorse primarie per il sostentamento umano. Quindi si è talmente poveri da non avere l’acqua per bere e lavarsi, il cibo necessario per potersi coprire e un’abitazione in cui vivere.

Ma altro dato allarmante è che le famiglie sono raddoppiate passando da 800 mila a 1.96 milioni (il 7,5%). Quindi bambini che non hanno il latte e famiglie che non riescono a mettere in tavola la cena oppure il pranzo. E a metterci lo zampino è che l’inflazione 8% che continua a crescere e i costi di tutta l’energia a livello mondiale.

La povertà assoluta, i minori a pagarne lo scotto

In Italia le nascite sono poche. Forse perché mettere su famiglia non è certo facile. E oggi come non mai è una responsabilità su cui riflettere. Sempre secondo il rapporto Istat la povertà assoluta è tre volte più frequente tra i minori. Se nel 2005 la povertà minorile era attorno al 3,9%, oggi nel 2022 si parla del 14,2%.

Mentre per quando riguarda i giovani dai 18 ai 34 anni l’incidenza ha raggiunto l’11,1%, valore di quasi quattro volte superiore a quello del 2005, il 3,1%. Quindi l’Italia, dal punto di vista economico, è un paese più povero rispetto a 15 anni fa. Ci sono più nuovi poveri, più senza tetto che magari anni fa avevano una casa, un lavoro e uno stile di vita totalmente differente.

La situazione potrebbe essere peggiore, ed ecco il perché

Lo scenario però potrebbe essere ancora peggiore. Infatti sembra che il sostegno economico come il reddito di cittadinanza e di emergenza siano stati di aiuto. Sempre secondo l’Istat “i sostegni hanno evitato a un milione di individui (circa 500mila famiglie) di trovarsi in condizione di povertà assoluta“.

Ecco cosa sarebbe successo se non ci fossero stati gli aiuti. L’intensità della povertà, senza sussidi, nel 2020 sarebbe stata di 10 punti percentuali più elevata, raggiungendo il 28,8% (a fronte del 18,7% osservato). E questo è una riflessione molto importante. Si perché occorre creare una nuova politica economica basata sul lavoro, in cui le famiglie possano contare per il loro futuro. Altrimenti i poveri aumenteranno e lo Stato dovrà aumentare sempre più i suoi aiuti, ma dove prenderà la risorse economiche necessarie diventerà un mistero.

 

Francesca Cavaleri

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