Reddito di cittadinanza 2022, va in galera chi lavora in nero

Il reddito di cittadinanza 2022 può essere un valido aiuto per le famiglie. Ma se si percepisce e nel frattempo si lavora in nero, scattano le manette.

Reddito di cittadinanza 2022, la galera confermata dalla Cassazione

Il reddito di cittadinanza divide gli italiani. Ma ci separa anche dal resto del mondo, visto che il Fondo Monetario Internazionale lo ha bocciato. Tra chi lo vorrebbe annullare e chi lo vorrebbe tutelare a tutti i costi, ci sono anche i “furbetti”. Cioè coloro che pur percependo il reddito di cittadinanza, non ne avrebbero diritto oppure continuano a lavorare in nero, garantendosi, così una doppia entrata mensile.

Ma proprio su questo aspetto è intervenuta la Cassazione. Dunque la Carte di Cassazione con le sentenza n.25306 del 2022 ha accertato che chi prende il reddito e lavora in nero commette un reato. Proprio perché ad essere violato è l’articolo 7, comma 2, decreto n.4/2019.

Cosa rischia chi lavora in nero?

L‘articolo 7, comma 2, decreto n.4/2019 così recita: “L’omessa comunicazione delle variazioni del reddito o del patrimonio, anche se provenienti da attività irregolari, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio entro i termini di cui all’articolo 3, commi 8, ultimo periodo, 9 e 11, e’ punita con la reclusione da uno a tre anni“.

Se un soggetto prende il reddito di cittadinanza e lavora percepisce una somma di denaro che deve esser denunciata all’Inps in quanto cambia la sua posizione lavorativa. Mentre chi lavora in nero, prende lo stesso uno stipendio, ma non dichiara alcuna variazione del proprio reddito o del proprio patrimonio. Rimanendo così invariato il suo ISEE continua ad aumentare le sue entrate, senza perdere il beneficio del reddito di cittadinanza. Non sono più chiacchiere da bar, ma è la Cassazione a dirlo. E se il furbetto viene acciuffato la legge prevede una reclusione da uno a tre anni, perché è un reato a tutti gli effetti.

Reddito di cittadinanza 2022, il divieto vale per tutta la famiglia

Il divieto di lavorare in nero vale per tutta il nucleo familiare che percepisce il reddito di cittadinanza. Quindi anche moglie/marito e figli all’interno della stessa famiglia. Inutile anche l’eventuale dichiarazione di lavorare gratis o per piccole somme. Anche le “piccole somme” devono essere dichiarate in quanto alterano il reddito personale e della famiglia.

Infine si ricorda anche che il comma 1 dello stesso articolo così recita: “Salvo che il fatto costituisca piu’ grave reato, chiunque, al fine di ottenere indebitamente il beneficio di cui all’articolo 3, rende o utilizza dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omette informazioni dovute, e’ punito con la reclusione da due a sei anni“.

Quindi attenzione quando si decide di non rispettare le regole. Perché in caso di segnalazione, non si rischia una sanzione, ma la galera e la fedina penale macchiata. Ne vale la pena piuttosto che rinunciare al reddito di cittadinanza e combattere per un lavoro onesto e retribuito? Ad ognuno la sua scelta.

Francesca Cavaleri

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