Saranno davvero abolite le comunicazioni Lipe? Cosa potrebbe cambiare?

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Presto i titolari di partita Iva potrebbero avere una bella sorpresa, infatti dalla conversione del decreto Semplificazioni potrebbe arrivare l’abolizione dell’obbligo di presentare le comunicazioni Lipe trimestrali. Ecco perché.

Decreto semplificazione e l’abolizione delle comunicazioni Lipe trimestrali

Il decreto legge 73 del 2022 propone l’obiettivo abbastanza arduo, e più volte tentato anche in passato, di semplificare la burocrazia italiana. Trattandosi di un decreto legge, affinché si trasformi in legge deve essere convertito entro 60 giorni dalla pubblicazione. La fase di conversione è sempre abbastanza convulsa e si esplica in diverse tappe, tra cui la presentazione di emendamenti, di solito molto numerosi e l’analisi del testo nelle Commissioni e poi in aula ( Camera e Senato).

Per quanto riguarda il decreto legge 73 del 2022 ( pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 giugno 2022) si è verificata una presentazione di emendamenti bipartisan, quindi sia da parte dei partiti di opposizione, cosa del tutto normale, sia da parte della maggioranza, di emendamenti uguali che hanno ad oggetto l’abolizione delle comunicazioni trimestrali Lipe. Si tratta delle comunicazioni periodiche Iva, previste dall’articolo 21 bis del decreto legge 78 del 31 maggio 2010 che devono essere inviate trimestralmente e poi con dichiarazione annuale finale, questa può sostituire anche la comunicazione lipe del quarto trimestre.

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Per i titolari di partita Iva si tratta di un impegno che naturalmente richiede attenzione, ma soprattutto rappresenta un costo perché nella maggior parte dei casi la comunicazione avviene da parte del commercialista e maggiori impegni si chiedono a costui, maggiori sono i costi da sostenere per il suo onorario.

Gli emendamenti per l’abolizione delle comunicazioni Lipe

La proposta emendativa prevede: Al decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, l’articolo 21-bis è soppresso.

La stessa proposta è contenuta in emendamenti dichiarati identici, si tratta degli emendamenti 3.1 e seguenti. Gli emendamenti sono stati presentati dal Pd attraverso il deputato Buratti, dal Gruppo Misto rappresentato da Raffaele Baratto, da Fratelli d’Italia, ma in questo caso l’emendamento è firmato da diversi deputati tra cui Paolo Trancassini, dalla Lega, Forza Italia, LEU, rappresentato da Stefano Fassina. Italia Viva attraverso Massimo Ungaro e, infine, M5S.

Il fatto che sia stato presentato un unico testo in più emendamenti da parte dei vari partiti politici, implica che sul testo evidentemente c’è già un accordo. Certo i lavori parlamentari potrebbero sempre riservare brutte sorprese, ad esempio il veto da parte di un Ministero, è capitato anche altre volte, ma resta comunque una possibilità.

Sono in molti ad osteggiare questo adempimento e per diversi ordini di ragione, in primo luogo perché la comunicazione annuale comunque riprende tutte le informazioni delle comunicazioni trimestrali, in secondo luogo perché con l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica praticamente per tutte le Partite Iva, i dati sulle transizioni sono ormai disponibili al Fisco in tempo reale.