Stato di emergenza per 5 regioni, tra piogge e siccità,

Stato di emergenza per 5 regioni italiane che devono fare i conti tra la siccità e le forti piogge. Ecco come sta succedendo in Italia

Stato di emergenza, un’estate rovente

Un consiglio dei ministri rapidissimo  per decretare lo stato di emergenza per cinque regioni italiane del Nord. Lo stato di emergenza sarà valido fino a dicembre 2022. L’Italia sta affrontando la più grande crisi idrica degli ultimi 70 anni. Da nord a sud c’è caldo, non si respira e i letti dei fiumi sono sempre più secchi e la siccità aumenta. Il Tevere, l’Arno ed il Po sono ai minimi storici.

Intanto sono stati stanziati  36,5 milioni di euro per le regioni che stanno più soffrendo la siccità. Le destinatarie dei fonti sono Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Ma non si esclude che a breve possano aggiungersi anche altre Regioni come Liguria, Umbria, Lazio e Toscana, già fortemente in difficoltà. E a ruota anche le altre regioni potrebbero rientrare nello stato di emergenza, anche perché il Sud brucia.

Stato di emergenze cosa fare?

Il Governo sono si è fermato alla dichiarazione delle emergenze. Pare ci si stia muovendo verso un gruppo di tecnici che possano monitorare costantemente la situazione. Non solo cercare anche di trovare delle soluzioni capaci di uscire dal problema idrico italiano. Mancano le infrastrutture idriche necessarie, e quelle che ci sono hanno troppa dispersione d’acqua. Ma per fortuna arrivano anche proposte da parte di soggetti terzi.

Secondo Francesco Vincenzi, presidente Anbi, la soluzione è quella di creare dei laghetti che permettano di accumulare acqua in inverno per poi utilizzarla in estate. Questa è una scelta molto importante anche perché sarebbero infrastrutture che vanno d’accordo con l’ambiente, non lo deturpano se ben costruite e danno una mano a frenare la siccità.

Arrivano anche le piogge a rovinare i prodotti alimentari

A nord negli ultimi giorni ha piovuto, ma ha fatto più danni che ristoro. Infatti i terreni troppo aridi non sono stati capaci di migliorare la loro condizione. E a risentirne sono soprattutto le campagne e le produzioni agricole in generale. Questo dovuto al repentino cambiamento climatico, dalla siccità si è passati d’improvviso a forti piogge, grandinate con vento e temperature diminuite d’improvviso. Il risultato sono altri danni che si aggiungono i precedenti.

Secondo Coldiretti sono oltre tre miliardi di danni all’agricoltura. Lo stato di emergenza per la siccità riguarda quasi la metà del Made in Italy a tavola (44%), con le cinque regioni più colpite che rappresentano il 76% del grano tenero per fare il pane, l’88% del mais per l’alimentazione degli animali, il 97% del riso, ma allevano anche il 66% delle mucche e l’87% dei maiali nazionali. Occorre ricorrere ai ripari e farlo in fretta.

 

Francesca Cavaleri

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