Il decreto ministeriale 77 del Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha reso note le direttive per la continuità assistenziale. Le nuove regole prevedono la nascita delle case di comunità, in cui deve esservi un medico sempre reperibile e personale infermieristico.
Sappiamo che il Sistema Sanitario Nazionale sta affrontando un periodo piuttosto buio, l’emergenza Covid ha fatto emergere soprattutto la carenza di personale medico e infermieristico. Proprio per questo si sta ristudiando il sistema in modo da eliminare gli ingorghi presso i grandi ospedali e convogliare i cittadini presso le case di comunità e gli ospedali di comunità per la gestione dei casi meno gravi.
Il decreto prevede che le Regioni entro il mese di gennaio 2023 si dotino di un’organizzazione territoriale adeguata, chi non lo farà perderà il 2-3% del finanziamento integrativo del Fondo sanitario nazionale.
Una delle novità più importanti è la costituzione delle case di comunità, saranno 1.750 su tutto il territorio nazionale e saranno costituite con i fondi del Pnrr.
Le case di comunità dovranno essere aperte h 24, 7 giorni su 7 e dovranno comprendere 30-35 medici di medicina generale e pediatri di libera scelta e tra i 7 e gli 11 infermieri. Dovranno essere presenti anche ostetrici, psicologi, assistenti sociali, tecnici della riabilitazione.
Il cittadino potrà quindi rivolgersi alle case di comunità e nel caso in cui il personale presente in sede si accorga che la problematica è troppo complessa, deve inviare all’ospedale di comunità. Questo avrà una capienza di 20 posti letto e sarà una soluzione intermedia tra l’assistenza domiciliare e il ricovero, l’obiettivo è evitare ricoveri impropri e non necessari presso i grandi ospedali che devono fornire servizi e assistenza nei casi più gravi.
Nel decreto ministeriale n°77, oltre a prevedere il medico sempre reperibile, è anche compresa l’istituzione di un servizio di assistenza domiciliare per i pazienti e la presenza di hospice sul territorio.
Il punto di riferimento resterà il distretto sanitario che costituisce il centro di riferimento per l’accesso a tutti i servizi ASL.
Con il decreto si provvede alla istituzione della Centrale operativa 116117 (Numero Europeo Armonizzato per le cure non urgenti) che i pazienti possono contattare h24.
Nasce anche l’infermiere di famiglia e comunità, si tratta di una figura professionale che assicura assistenza infermieristica a diversi livelli di complessità in collaborazione con tutti i professionisti della comunità in cui opera.
Con il decreto ministeriale viene rafforzata anche l’assistenza domiciliare per i pazienti non autosufficienti.
Il decreto prevede anche la nascita della rete delle cure palliative, in questo caso la presa in carico non è del solo paziente, ma di tutta la famiglia che resta psicologicamente coinvolta.
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