Mi hanno offeso in una chat, quale reato si configura? La decisione della Corte di Cassazione

Cosa succede se in una chat di gruppo si ricevono delle offese? A rispondere a questa domanda è la Corte di Cassazione con la sentenza 28675 del 2022 che definisce i confini tra il reato di ingiuria e la diffamazione.

Differenze tra reato di diffamazione  e ingiuria

Le chat attraverso whatsapp sono un mezzo ormai diffusissimo, ci sono due modalità principali per comunicare con tali sistemi di messaggistica istantanea, cioè la chat individuale e la chat di gruppo. La chat di gruppo è utilizzata per comunicare in modo contestuale con più persone, ad esempio c’è la chat delle mamme, la chat del gruppo di lavoro o le chat dei gruppi di amici. All’interno di questi sistemi possono però verificarsi anche dei reati. Nella sentenza in oggetto la Corte di Cassazione è chiamata a stabilire i confini tra diffamazione e ingiuria. Non si tratta di semplici cavilli, ma di due reati diversi con diverse sanzioni.

L’ingiuria è trattata dall’articolo 594 del codice penale, articolo abrogato, mentre la diffamazione è regolamentata dall’articolo 595 codice penale ed è tuttora vigente e prevede:

  • reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032 euro;
  • reclusione fino a due anni o multa fino a 2.065 euro se la diffamazione consiste nell’attribuzione di un fatto determinato;
  • reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa non inferiore a 516 euro nel caso in cui il reato sia commesso a mezzo stampa con qualsiasi altro mezzo di pubblicità o in atto pubblico;
  • le pene sono ulteriormente aumentate nel caso in cui l’offesa è arrecata a un Copro politico, amministrativo o giudiziario.

In entrambi i casi, diffamazione e ingiuria, il comportamento consiste nel recare offesa al decoro e all’onore di una persona. Nel caso dell’ingiuria però le offese restano tra i soggetti della comunicazione, mentre nel caso della diffamazione l’offesa avviene alla presenza di più persone.

Di fatto l’ingiuria ha ottenuto la depenalizzazione:  il decreto legislativo n°7 del 15 gennaio 2016 ha abrogato l’articolo 594 del 2022.

Il caso: le offese in una chat di whatsapp costituiscono il reato di diffamazione o ingiuria?

Ritornando al caso in oggetto la conversazione con offese era avvenuto in una chat di gruppo di Whatsapp, uno dei più famosi sistemi di messagistica dei social network, il soggetto offeso al momento in cui le stesse sono state rese note era comunque in collegamento e si è difeso, ed è proprio questa caratteristica che ha fatto propendere la Corte di Cassazione per la rubricazione del caso come “ingiuria commessa alla presenza di più persone”.

La Corte di Cassazione nella pronuncia 28675 fa ulteriori precisazioni, cioè sintetizza i casi che possono verificarsi con le chat di gruppo:

  • se la persona è presente, l’offesa anche se avviene in presenza di più persone è sempre ingiuria;
  • se l’offesa è diretta a una persona distante, costituisce ingiuria solo se la comunicazione avviene esclusivamente tra le due persone;
  • se la comunicazione a distanza coinvolge altre persone, è sempre diffamazione;
  • se la comunicazione a distanza non è diretta all’offeso, ma ad almeno altre due persone, siamo nell’ambito della diffamazione.

La chat di gruppo è conversazione in presenza o a distanza?

Per quanto riguarda però le chat di gruppo, si ritiene che se il soggetto offeso sia partecipe dellla comunicazione nel momento in cui la stessa avviene, non si può parlare di comunicazione a distanza, ma di comunicazione in presenza dell’offeso. Di conseguenza il fatto deve essere rubricato come ingiuria e non come diffamazione. Si afferma che il termine presenza debba quindi essere inteso in modo ampio e la presenza virtuale equivalga di fatto alla presenza fisica. Ad esempio ciò avviene anche in videoconferenza, videocall e altre situazioni similari.

Nel caso in oggetto è necessario rubricare il fatto come ingiuria perché il destinatario delle offese essendosi difeso nella chat ha dimostrato di essere collegato. Quindi l’offesa è avvenuta in presenza. In caso contrario, cioè se i messaggi fossero stati letti in modalità differita, ad esempio perché la persona offesa era impegnata a lavoro e impossibilitata a leggere, oppure perché aveva un cattivo funzionamento della connessione, non sarebbe più stata configurabile l’ingiuria, bensì la diffamazione perché potenzialmente poteva essere presente, ma di fatto non lo era.

Nadia Pascale

Recent Posts

Usare il frigo in maniera perfetta | Il Ministero della Salute spiega dove mettere latte, carne e uova : la mensola che sbagliano quasi tutti

Il Ministero della Salute spiega come conservare correttamente gli alimenti nel frigorifero: latte, carne e…

3 ore ago

Lavoro subito, giornate di colloqui | Lidl apre le porte e fa tantissime assunzioni a novembre: il dettaglio che peserà al colloquio

Lidl annuncia un nuovo Recruiting Day l’11 novembre 2025: una giornata di colloqui in presenza…

9 ore ago

La tassa che non vedi ma paghi ogni anno | 34,20 € e sei costretto a pagare: è una riga piccola ma come pesa

Costa solo 34,20 euro l’anno ma colpisce tutti i conti correnti attivi: è l’imposta di…

1 giorno ago

Il quaderno dei conti giapponese | Kakeibo, il metodo semplice per risparmiare ogni mese: bastano carta e penna

Arriva dal Giappone il Kakeibo, un metodo tradizionale che aiuta a risparmiare con carta e…

1 giorno ago

Poste Italiane assume ora | portalettere, sportello e profili tecnici con assunzione immediata: ti candidi e sei a cavallo

Poste Italiane apre una nuova tornata di assunzioni per novembre: centinaia di posti tra portalettere,…

2 giorni ago

Mutui, clamorosa novità d’autunno | Riunione urgente a aumento improvviso dei tassi: lo ha deciso la BCE

Notizie per chi ha un mutuo a tasso variabile: la riunione di ottobre della Banca…

2 giorni ago