Cosa si intende quando si parla di cedolare secca e come funziona al 10% con affitto a canone concordato? A queste domande daremo risposta nella nostra rapida guida in merito alla questione.
Sostanzialmente, quando si parla di “cedolare secca” si intende un regime facoltativo, che si sostanzia nel pagamento di un’imposta sostitutiva dell’Irpef e delle addizionali (per la parte derivante dal reddito dell’immobile).
Quando si parla di cedolare al 10% si fa riferimento ad una tassazione del 10% per gli affitti a canone concordato consente al proprietario dell’immobile di risparmiare sulle imposte dovute e, in parallelo, questa tipologia di contratto presenta diversi vantaggi anche per l’inquilino.
Dunque, il canone concordato è quella formula che è ormai sempre più spesso utilizzata dai proprietari degli immobili. Il vantaggio di questa modalità consiste nella possibilità di accesso a numerose agevolazioni fiscali, tra cui la mini-cedolare secca.
La possibilità di scegliere la tassazione ridotta del 10 per cento è uno dei vantaggi maggiori degli affitti a canone concordato.
La cedolare secca sostituisce per l’appunto:
Nello specifico la cedolare secca al 10% è il regime di tassazione agevolato che può essere utilizzato esclusivamente per affitti a canone concordato o equo canone determinato dalle associazioni di categoria, sindacati dei proprietari e degli inquilini.
Di base, l’aliquota prefissata è fissa nella misura del 21% del canone di locazione annuo ma si abbassa al 10% se proprietario e inquilino decidono di rispettare il canone concordato stabilendo i limiti minimi e massimi di affitto, imposti in maniera relativa alla località in cui è situata l’abitazione.
Come abbiamo visto, la cedolare secca con aliquota al 10% è una tassazione fissa, agevolata e sostitutiva per gli affitti con contratto di locazione a canone concordato.
Ma cosa va a sostituire, questa aliquota?
Come accennato nel paragrafo precedente, sono le sole persone fisiche a poter fruire di questa tassazione agevolata che va a sostituire le seguenti imposte:
Quindi, la suddetta cedolare al 10% è un’agevolazione fiscale importante ma non utilizzabile sempre e ovunque, come detto ci sono delle condizioni per l’utilizzo che di seguito andremo a vedere.
Sono diversi i casi in cui è possibile utilizzare la cedolare secca con tassazione agevolata al 10%.
Tale l’aliquota al 10 per cento è applicabile per i contratti a canone concordato 3+2 stipulati nei Comuni che presentano le seguenti problematiche:
È, altresì possibile utilizzare la cedolare secca al 10% anche per la stipula di contratti transitori, che nello specifico sono contratti di locazione per un periodo non inferiore a un mese e per un massimo di 18 mesi.
Vediamo in ultimo, ma non ultimo come pagare la cedolare al 10% con affitto a canone concordato.
Per coloro che si chiedono se conviene la cedolare secca, si ricorda che il confronto va sempre fatto con lo scaglione di reddito in cui rientriamo ossia il nostro livello di reddito annuo e anche il canone mensile d’affitto influisce nel reddito annuale.
Resta il fatto che l’aliquota Irpef minima è al 23%, contro il 10% della cedolare secca.
Possiamo dire che se l’inflazione dovesse continuare a crescere, l’adesione alla cedolare secca costringerebbe a rinunciare all’aggiornamento Istat del canone e potrebbe risultare conveniente tornare al regime di tassazione ordinaria Irpef.
Ci sono due modalità di pagamento della cedolare secca a seconda dei diversi casi:
Va, inoltre, precisato che la cedolare secca si comincia a pagare dall’anno successivo al primo anno di affitto dell’abitazione, siccome il pagamento tiene conto delle entrate dell’anno precedente.
Le scadenze sono le stesse dell’Irpef, per quanto concerne le tempistiche.
La cedolare secca si paga nelle possibili modalità seguenti:
Questo, dunque è quanto di più utile e necessario vi fosse da sapere in merito alla cedolare secca al 10%.
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