La legge di bilancio 2023 prevede all’articolo 12 la flat tax incrementale. Rispetto alle previsioni iniziali cambia l’impostazione, ma questa dovrebbe essere, dopo numerose indiscrezioni trapelate, la versione definitiva, sebbene ancora passibile di modifiche durante l’iter parlamentare.
La prima cosa da sottolineare è che l’articolo 12 è rivolto a persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni diverse da quelle che applicano il regime forfetario. Questi soggetti possono optare per la tassa piatta al 15% al posto dell’applicazione degli scaglioni progressivi. Naturalmente non si può applicare la flat tax incrementale su tutti i redditi percepiti ( altrimenti sarebbe applicato il regime forfetario), ma solo sulla differenza tra il reddito prodotto nel 2023 e il reddito d’impresa e di lavoro autonomo, d’importo più elevato, dichiarato negli anni dal 2020 al 2022, decurtata di un importo pari al 5 per cento di quest’ultimo ammontare. La flat tax incrementale non può trovare applicazione su importi superiori a 40.000 euro.
L’articolo 11 della bozza della legge di bilancio 2023 prevede invece modifiche al regime forfetario introdotto con l’articolo 1 della legge 190. In particolare si applica una modifica del comma 54 e la soglia per poter optare per il regime forfetario passa da 65.000 euro a 85.000 euro. Cambiano inoltre i criteri di uscita dal regime forfetario. Si tratta infatti di un regime opzionale con tassazione piatta, ma il beneficio si perde nel momento in cui i requisiti “economici” superano la soglia prevista. Con la legge di bilancio 2023 viene introdotto un gap tra i requisiti per accedere al regime forfetario, quindi ricavi e compensi inferiori, dal 2023 al 85.000 euro, e i requisiti di uscita, infatti dal 2023 usciranno in modo automatico dal regime forfetario professionisti e lavoratori autonomi che superano la soglia di 100.000 euro di ricavi o compensi.
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