Grana superbonus per il nuovo Governo, tanto che la percentuale scenderà al 90%. Ma non si esclude la possibilità che sia abolito, ed ecco il motivo.
Possiamo dire “Addio” al superbonus così come lo abbiamo sempre conosciuto. O per lo meno così come è stato introdotto dal Decreto rilancio, durante Governo Conte nel 2020. Fino ad ora le detrazioni sono state pari a 110% su spese per migliore gli immobili da punto di vista energetico e sismico. Tuttavia attualmente è in vigore per gli appartamenti all’interno dei condomini, ma non nelle villette o nelle proprietà unifamiliari.
Anche se a causa dei problemi sulle cessioni dei crediti edili, il sussidio ha un pò inceppato il mercato e le imprese operanti nel settore edili. E così molte aziende si trovano ancora con cassetti pieni di crediti che nessuno vuole comprare, come gli istituti di credito. Stessa cosa vale anche per Poste italiane che negli scorsi giorni ha dichiarato stop all’acquisto dei crediti edili. Ma che si concentrerà solo sulle pratiche in lavorazione.
Il Governo Meloni vuole rivoluzionare il superbonus muovendosi su due strade. La prima è quella di abbassare l’aliquota dal 110% al 90%. La seconda è quella di riaprire anche alle case unifamiliari. Così la detrazione passerà dal 110% al 90%. Ma per i condomini resterà invariata per tutto il 2023, poi andrà a scendere. Mentre si riapre la possibilità per le abitazioni unifamiliari ma solo se:
Almeno questo è quanto previsto fino a questo momento perchè le risorse potrebbero presto esaurirsi. Secondo i dati Enea di settembre 2022, gli investimenti ammessi alle detrazioni sono pari a 51 miliardi, mentre le detrazioni previste a carico dello stato circa 56 miliardi. Ma il vero problema sempre essere legato alla cessione del credito che non riparte come dovrebbe.
Se i fondi a disposizione finiscono, anche il superbonus potrebbe essere abolito in modo definitivo. Anche perché secondo il Ministro dell’economia Giorgetti: “il superbonus pesa oltre le stime e pregiudica altre misure”. Inoltre i bonus edilizi stanno causando rilevanti maggiori oneri rispetto alle stime. Si parla di scostamenti pari a 37,8 miliardi sull’intero periodo di previsione.
In particolare, per gli anni 2023-2026, i maggiori oneri determinano un peggioramento della previsione delle imposte dirette per importi compresi tra 8 e 10 miliardi in ciascun anno, “che potrebbe pregiudicare l’adozione di altre tipologie di intervento“, ha riferito il ministro sottolineando peraltro che gli oneri del Superbonus potrebbero salire ulteriormente a fine anno.
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