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Sugar tax e plastic tax verso l’addio con la legge di bilancio

Nella prossima legge di bilancio pare non ci sia spazio per la plastic tax e la sugar tax che dovevano entrare in vigore il 1° gennaio 2023. Ecco cosa succede.

Plastic tax e sugar tax: cosa sono

La sugar tax è stata introdotta con la legge di bilancio 2020, le norme hanno poi trovato “attuazione” con il decreto del 12 maggio del Ministero dell’Economia e delle Finanze, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 125 del 27 maggio 2021 che ha definito le caratteristiche dell’imposta.  La sugar tax prevede l’applicazione di un’imposta su bevande edulcorate e con titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2 per cento in volume. La Plastic Tax è, invece, una tassa del valore fisso di 0,45 centesimi di euro per ogni chilo di prodotti di plastica monouso venduto.

Entrambe queste tasse sono state rimandate di anno in anno, l’ultima volta con la legge di bilancio 2022 che ha posticipato l’entrata in vigore al 1° gennaio 2023.

Sugar tax e plastic tax, nuovo rinvio per l’entrata in vigore

Secondo le indiscrezioni che stanno trapelando sulla nuova manovra di bilancio per il 2023, sembra che per entrambe queste imposte ci sarà un nuovo nulla di fatto. Questo vuol dire che sarà nuovamente prorogata l’entrata in vigore e di conseguenza non saranno applicate neanche nel 2023.

La ratio di queste imposte è, per la sugar tax, ridurre il consumo di bevande che potenzialmente possono creare danni alla salute delle persone, mentre per la plastic tax l’obiettivo è indurre le persone a consumare meno plastica e quindi a inquinare meno. Naturalmente se dovessero trovare applicazione queste imposte, per gli italiani vi sarebbe un aumento dei prezzi legati a tali prodotti. Proprio per questo motivo queste due imposte non hanno mai trovato molto riscontro tra le persone che di fatto le considerano come due nuovi balzelli da sopportare.

Tra le indiscrezioni che circolano sulle novità da introdurre, sembra che stia per perdere quota anche l’ipotesi di azzerare per un anno l’Iva su pane, pasta, latte e prodotti per l’infanzia. Il motivo principale sarebbe il basso impatto che avrebbero per le famiglie italiane queste misure. Dovrebbe invece essere ormai certa l’introduzione di uno scivolo pensionistico con quota 41+62. In attesa di novità anche per la Amazon Tax.

Nadia Pascale

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