Bonus sicurezza 2023, rinnovato e richiedibile fino al 2024

Il bonus sicurezza 2023 è richiedibile fino al 2024. Ecco quando è possibile richiederlo e chi può farlo per garantirsi la possibilità di vivere più sereno.

Bonus sicurezza 2023, c0me funziona?

La sicurezza è un obiettivo che piace soprattutto quando si sta in casa. Purtroppo con l’aumento della crisi e le difficoltà economiche si registrano maggiori furti. Ecco che quanto mai la sicurezza diventa necessaria, sia quando si sta dentro che fuori casa. Il bonus sicurezza serve prevede delle agevolazioni del 50% proprio sui sistemi di sicurezza e rilevazioni di fumo. E rientra inoltre tra i tanti bonus messi a disposizione degli immobili, come l’ecobonus casa 2023.

Si tratta di un’agevolazione sull’IRPEF ripartibile in 10 anni, con quote costanti. Ma attenzione è previsto un tetto massimo di spesa pari a 96 mila euro. Ad oggi il bonus è richiedibile fino al 31 dicembre 2024. Ma ad introdurlo è stata la Legge di Stabilità del 2016. Lo scopo è quello di agevolare tutti i cittadini che hanno provveduto a mettere in sicurezza le proprie case da atti vandalici e criminali.

Bonus sicurezza 2023, quali dispositivi rientrano?

Sono tanti gli interventi che rientrano nel bonus legato alla sicurezza di casa, tra questi:

  • istallazione di saracinesche;
  • porte blindate;
  • lucchetti, serrature, spioncini e catenacci;
  • sistemi di allarme;
  • Impianti antifurto ed anti intrusione;
  • Video sorveglianza a circuito chiuso;
  • istallazione di tapparelle metalliche con relativi bloccaggi;
  • cassaforti a muro;
  • sostituzione di vetri antisfondamento;
  • sistemi di controllo degli accessi, dei parcheggi o delle aree private;
  • Impianti di rilevazione incendi, evacuazioni e controllo fumi;
  • Sistemi di controllo degli accessi, dispositivi di protezione da allagamenti e fughe di gas;
  • Rifacimento recinzioni, mura perimetrali o altre strutture perimetrali delimitanti la proprietà.

Sono comprese anche tutte le apparecchiature che servono per il funzionamento di quelle principali, ma necessarie per il corretto uso.

Elementi essenziali in fattura

Si precisa che questa, come tutte le altre agevolazioni, per essere riconosciute devono avere regolare fattura. Non solo, il pagamento deve avvenire tramite mezzi tracciabili come i bonifici, gli assegni, il pagamento con carte di credito/debito e prepagate. Inoltre nella fattura deve essere indicato l’importo realmente speso, il numero progressivo di fattura e la denominazione e partita IVA della società che ha venduto i prodotti.

Infine non dimenticare mai il Codice fiscale del beneficiario, oppure e la causale del versamento con riferimento all’art 16-bis del Dpr 917/198. cioè l’articolo che prende in esame le “Detrazione delle spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici” vigente al 19 maggio 2020.

 

 

 

 

Francesca Cavaleri

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