Il bonus fotovoltaico 2023 ha gli occhi puntati oggi più che mai da parte degli italiani. Tuttavia ci sono degli incentivi statali che permettono di ottenerlo.
L’interesse per l’impianto fotovoltaico sta tornando in voga forse a causa delle nuove direttive europee. Da una parte c’è l’idea della casa green portata avanti dall’Unione Europea che punta alla classe D per tutti gli edifici. Dall’altra ci sono tutte le misure che puntano al rispetto dell’ambiente e con contemplano accordi internazionali. Quindi l’interesse cresce sempre più nonostante i costi di istallazione nel tempo siano pian piano diminuiti.
I costi per un impianto fotovoltaico sono diminuiti negli anni. Ad oggi si tratta di un investimento conveniente che non dovrebbe essere un salasso per le famiglie. Non solo, anche chi sceglie casa e che vuole comprarla tende a scegliere sempre più una soluzione che possa offrire grande resa con pochi sprechi. Anche perché l’acquirente dovrebbe sostenere oltre il prezzo dell’acquisto, anche quello delle ristrutturazioni.
Il prezzo varia da 2.500 euro per KWp di potenza. Le case necessitano di un impianto di almeno 3Kwh, quindi risulta possibile calcolare con facilità quanto costa un impianto fotovoltaico. La differenza tra i prezzi varia in relazione alla qualità dei prodotti utilizzati, la presenza o meno di sistemi di accumulo e la grandezza della taglia dell’impianto di cui si ha bisogno e dall’azienda che procede ai lavori. Quindi un impianto potrebbe costare di più proprio per questi fattori.
Il costo dell’impianto però potrebbe essere però calmierato da alcuni interventi da parte dello Stato. Le misure di incentivo nell’anno 2023 sono essenzialmente tre:
Analizziamo nel dettaglio come funzionano tutte e tre le misure e come possono sfruttarli gli italiani per fare un investimento importante.
Per quanto riguarda il superbonus 90% il fotovoltaico è un intervento trainato, cioè secondario e subordinato all’esecuzione di lavori trainanti, principali e obbligatori che riguardano lavori come il cappotto, infissi che devono permettere la scalata verso alto di almeno due classi energetiche. A differenza del bonus ristrutturazioni, il credito d’imposta IRPEF deve essere portato in detrazioni in 5 quote annuali, e non in 10, riducendo ulteriormente il margine di applicabilità.
Il bonus ristrutturazioni al 50% può essere richiesto fino a dicembre 2024. Inoltre è erogato nella forma di credito d’imposta IRPEF, frazionabile in 10 quote annuali di pari importo. Infine c’è anche una misura di incentivo che riguarda la riduzione dell’aliquota Iva dal 22% al 10%. Tale riduzione si applica sia ai costi del materiale, che nelle spese di progettazione passando anche dall’istallazione a patto che l’impianto venga installato da una persona fisica su immobili ad uso abitativo.
Infine esiste anche un bonus batterie di accumulo, da richiedere tra il primo ed il 31 marzo 2023, da richiedere all‘Agenzia delle entrate. Si tratta di un credito d’imposta da riconoscere ai cittadini che tra il primo gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022 abbiano effettuato l’istallazione di una batteria di accumulo, la cui spesa deve essere regolarmente documentata.
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