I coniugi comprano casa a volte per costruire una nuova vita, ma cos’è più conveniente farlo in separazione o in comunione dei beni? Ecco la risposta
L’acquisto di casa è sempre un momento molto delicato, soprattutto per una coppia. Dopo le visite presso le varie case, l’eventuale scelta dell’istituto mutuante (se necessario), la coppia si concentrerà sull’acquisto. Una delle prime cose che chiede il Notaio è proprio il regime presso cui eseguiranno l’acquisto: regime di comunione o di separazione dei beni.
Quando una coppia si sposta, il matrimonio comporta la comunione di beni (Art. 177 c.c.). Cioè le parti comprando diventeranno proprietari al 50% ognuno con la sua quota. In altre parole c’è parità tra le parti, in modo possiamo dire automatico. La cosa è diversa quando le parti comprano in separazione dei beni, perché in tal caso possono decidere la quota di patrimonio che spetta ad ogni singola parte.
La separazione dei beni è quel regime in base al quale ciascun coniuge rimane esclusivo titolare dei beni di sua spettanza e di ogni acquisto che debba effettuare anche in costanza di matrimonio, con diritto di amministrare il suo patrimonio senza alcuna ingerenza da parte dell’altro coniuge
Se la comunione dei bene arriva in modo automatico con il matrimonio, la separazione dei beni deve essere scelta dalle parti. In altre parole devono dichiarare che le parti decidono la separazione dei beni in sedi di matrimonio. Tuttavia la separazione dei bene può essere scelta in qualsiasi momento dalla coppia, ma dovrà essere fatta davanti ad un Notaio. A tutti gli effetti è un atto vero e proprio che comporta anche delle spese appunto notarili e di registrazione dell’atto stesso. Pertanto, in ogni caso è sempre meglio valutare con attenzione la scelta da fare sia in fase di matrimonio sia durante un acquisto immobiliare.
Ci sono vari casi in cui conviene la separazione dei beni conviene rispetto alla comunione. Ad esempio quando un coniuge ha un’impresa commerciale, per scongiurare qualsiasi ripercussione sull’immobile in caso di fallimento, i beni dell’altro coniuge non vengono coinvolti. Il regime di separazione dei beni viene anche scelto per le agevolazioni fiscali, come l’accesso all’acquisto prima casa, under 36 o il pagamento dell’Imu.
Ma anche quando la situazione patrimoniale dei coniugi ha uno squilibrio, capita spesso che si chieda la separazione patrimoniale oppure degli accordi prematrimoniali. Tuttavia si deve precisare che la scelta della separazione dei beni non produce nessuna conseguenza né sulla pensione di riversibilità né sull’eredità in caso di decesso di un coniuge.
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