Spid è il modo di identificazione più usato per accedere anche alla pubblica amministrazione, ma presto le cose potrebbero cambiare, ecco come.
Tutto potrà cambiare dal mese di aprile per lo Spid. Il Sistema pubblico di Identità Digitale è la chiave di accesso semplice, veloce e sicura ai servizi digitali delle amministrazioni locali e centrali. Si tratta di un’unica credenziale che rappresenta l’identità digitale e personale di ogni cittadino, con cui è riconosciuto dalla Pubblica Amministrazione per utilizzare un maniera personalizzata e sicura i servizi digitali.
Un sistema più che consolidato ma che da aprile potrebbe definitivamente cambiare. Infatti da scadono le convenzioni per la gestione dello Spid. A dire il vero, sono scaduti lo scorso anno, ma sono stati posticipati di un anno, quindi il problema si ripresenta quest’anno. I problemi sono più che altro legati ai costi di gestione, ma saranno ben più gravi se il sistema venisse bloccato.
Il 23 aprile 2023 scade la proroga d’ufficio che Agid aveva concesso agli attuali gestori del servizio Spid. Sono quindi in atto incontri tra Agip, il governo e i provider per trovare una soluzione che possa garantire la sopravvivenza dello spid. La nuova richiesta dei gestori è di 50 milioni di euro, una cifra di gran lunga inferiore ai risparmi per lo Stato e le Pubbliche amministrazioni, assicurano. Ecco che si potranno aprire diversi scenari:
Questa ultima ipotesi è quella da evitare, perché dal giorno dopo i cittadini potranno soltanto utilizzare la Cie per accedere a molti servizi della Pubblica Amministrazione.
Come prima cosa si ritornerebbe sicuramente indietro di circa 8 anni, quando questo sistema non c’era. Tuttavia gli altri due sistemi di identificazione resterebbero in vigore, quindi tutti gli utenti spid dovrebbero spostarsi. Ma il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alessio Butti, ha detto che: “Tre strumenti di identità non semplificano la vita e costano allo Stato“. Serve “razionalizzare gli strumenti per avvicinarci al quadro europeo”. Quindi sembra più una questione di soldi che di altro. Non resta che sperare in un accordo tra gli 11 provider di Spid (Aruba, Etna, Intesa, Lepida, Poste, TeamSystem, Tim, Register, Sielte, Namirial e InfoCert).
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