Il superbonus cambia ancora il suo percorso ed adesso arriva lo stop alla cessione del credito e allo sconto in fatture, ecco tutte le novità.
Il superbonus non ha proprio pace. Del resto il Governo aveva ampiamente fatto capire che avrebbe fatto di tutto per cedere i soldi alle famiglie e alle imprese. E così arriva lo stop in fattura e alla cessione del credito per tutti i bonus edilizi. Un meccanismo che permette al privato di trasformare la detrazione dalle tasse del bonus (spalmabile in un arco di tempo) in uno sconto sulla fattura pari alla detrazione o nella totale gratuità dei lavori quando il bonus supera il 100%.
Lo stop arriva, oltre al superbonus, anche il bonus facciate, ristrutturazione, ecobonus, sismabonus e barriere architettoniche. La stretta di applicherà a partire da tutti i nuovi cantieri. Dal nuovo provvedimento restano escluse tutti coloro che stanno già ultimando i lavori o in corso d’opera. Rimangono anche escluse le costruzioni unifamiliari e i condomini che, pur non avendo ancora avviato i lavori, hanno già presentato la Dichiarazione di inizio lavori. Nel caso dei condomini occorre anche la delibera dei condomini entro le scadenze.
A questo punto resta solo la possibilità di effettuare la detrazione d’imposta del costo delle spese sostenute. La detrazione può essere effettuata solo quindi con la Dichiarazione dei redditi. Fino al 31 dicembre 2024 il limite massimo di spesa sul quale calcolare la detrazione del 50% è di 96 mila euro per ciascuna unità immobiliare. Questo limite è annuale e riguarda il singolo immobile e le sue pertinenze unitariamente considerate.
La detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo, nell’anno in cui è sostenuta la spesa e in quelli successivi. E’ sufficiente indicare nella dichiarazione dei redditi i dati catastali identificativi dell’immobile. Inoltre tra gli obblighi connessi, per monitorare e valutare il risparmio energetico c’è quello di dare comunicazione all’Enea entro 9 giorni dalla data di fine lavori.
Per il ministro Giorgetti la misura è necessaria per riparare ai danni creati dal superbonus. L’obiettivo quindi è mettere al sicuro i conti dello Stato. Anche se invece i costruttori e gli operatori del settore dichiarano che la restrizione non sia altro che un grave provvedimento. Ad oggi i crediti non scontati ammontano a 15 milioni di euro. E sono 25 mila le imprese che potrebbero fallire con 90 mila cantieri in tutta Italia. Tutte le associazioni sono state convocata al Governo per cercare di trovare una valida soluzione. Bocciata anche la possibilità che i crediti vengano comprati dalla pubblica amministrazione, anche se già erano state annunciate da alcune Regioni.
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